L’area attorno all’edificio a vetri alla periferia nord di Taranto, sede della sezione distaccata della Corte di appello, è presidiata con discrezione dalle forze dell’ordine da venerdì scorso, quando a metà mattinata la Corte di assise d’appello si è ritirata in camera di consiglio. Cresce l’attesa per la sentenza di secondo grado, che arriverà nelle prossime ore, per l’omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana (Taranto) strangolata e gettata in un pozzo-cisterna nelle campagne del paese il 26 agosto 2010. Dalla parte opposta della città, in una cella del carcere che condividono dal maggio del 2011, Cosima Serrano e sua figlia Sabrina Misseri, zia e nipote della vittima, sperano che i giudici d’appello ribaltino la sentenza di primo grado (20 aprile 2013) con la quale sono state condannate all’ergastolo per omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere. In questo secondo processo, Cosima, che in primo grado si era avvalsa della facoltà di non rispondere, ha reso dichiarazioni spontanee per più di un’ora, difendendo anche la figlia. “Sono passati 2015 anni – disse il 27 febbraio scorso rivolta alla Corte – e Gesù venne condannato dal popolo. Se allora tutti vogliono che siamo condannate…Oggi tutti i giorni vengono condannati degli innocenti”. Un mese e mezzo fa, il 12 giugno, nella stessa aula Sabrina riuscì solo a dire “Non l’ho uccisa, so io quanto sono addolorata” per poi scoppiare a piangere senza riprendere più la parola. Michele Misseri, marito di Cosima e padre di Sabrina, già condannato ad otto anni per soppressione di cadavere, attende il verdetto nella stessa villetta di famiglia ad Avetrana, in via Deledda, dove secondo l’accusa sarebbe stata uccisa Sarah. I giudici di secondo grado dovranno decidere anche su altri cinque imputati che hanno proposto appello: Carmine Misseri, fratello di Michele (sei anni per soppressione di cadavere), l’avv. Vito Russo Junior, ex legale di Sabrina (due anni per favoreggiamento), Antonio Colazzo, Cosima Prudenzano e Giuseppe Nigro (un anno ai primi due, un anno e quattro mesi al terzo), accusati di favoreggiamento personale. Non si deciderà su Cosimo Cosma, nipote di Michele Misseri (sei anni per soppressione di cadavere), scomparso il 7 aprile 2014. Della terribile storia di Sarah Scazzi si parlerà a lungo anche perché ha generato altri due procedimenti giudiziari. Dinanzi al tribunale di Taranto è in corso un processo per false informazioni al pm a carico di Giovanni Buccolieri, fioraio di Avetrana che raccontò agli inquirenti di aver visto Cosima sequestrare in auto Sarah per poi dire che era stato un sogno, e il suo amico Michele Galasso. In un’inchiesta-bis, invece, sono imputati in 12, a vario titolo per falsa testimonianza, calunnia e false informazioni al pm. Tra questi c’è Michele Misseri (ma per il reato di autocalunnia perché dal dicembre 2010 continua in varie forme ad accusarsi del delitto) e Ivano Russo, l’amico di Sabrina e Sarah che, per l’accusa, sarebbe stato il motivo della gelosia di Sabrina nei confronti della cuginetta, sino a spingerla al delitto insieme alla madre Cosima.