Secondo il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov (nella foto), in questi giorni in missione in Myanmar, dietro la visita di Nancy Pelosi a Taiwan in realtà non ci sarebbe altro che un tentativo da parte degli Stati Uniti, di “far irritare la Cina”.
Lavrov: “Si tratta del desiderio di dimostrare a tutti la loro impunità e illegalità. ‘Faccio quello che voglio’, è più o meno così”
All’agenzia di stampa russa, Tass, il ministro di Mosca ha poi aggiunto che “Non posso dire quale sia stata la loro motivazione, ma non ci sono dubbi sul fatto che rispecchia la stessa politica di cui parliamo rispetto alla situazione ucraina. Si tratta del desiderio di dimostrare a tutti la loro impunità e illegalità. ‘Faccio quello che voglio’, è più o meno così“. Questo è per il diplomatico russo: “non ci sono altre ragioni per creare una tale irritazione letteralmente dal nulla, pienamente consapevoli di quello che significa per la Cina, che non ha mai condannato l’invasione russa dell’Ucraina e che considera Taiwan una provincia ribelle da riunificare“.
Anche Peskov ieri ha bollato la visita della Pelosi a Taiwan come “una mera provocazione”
Già ieri, sulla visita della Pelosi a Taiwan era intervenuto anche Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino che, a sua volta, l’aveva interpretata come “una mera provocazione“, confermando così la “solidarietà di Mosca a Pechino”, e continuando a manifestare la propria comprensione “sull’approccio del gigante asiatico, comprensibile, e assolutamente giustificato“.
Max