(Adnkronos) – Era stato lui stesso a parlarne in un vecchio post sul suo blog e a rilanciare con i parlamentari a lui più vicini: con due mandati in Parlamento stop alla vita tra Camera e Senato, ma via libera alle candidature per un seggio in Parlamento europeo o in Regione, “bèlin guadagnate anche di più..”, aveva ironizzato con più d’un deputato e qualche senatore. Ma ora Beppe Grillo, apprende l’Adnkronos da fonti vicine al fondatore del Movimento, sarebbe contrario anche a quello che viene definito ‘principio di rotazione’: “In realtà non è mai stato realmente convinto, e ora sulla regola dei due mandati è fermo, granitico. Grillo non vuole nessuna deroga, nella maniera più assoluta”, viene spiegato.
Dunque per chi è stato eletto due volte con la ‘maglia’ del M5S sarebbe gameover, la corsa si fermerebbe a prescindere. Niente ‘ripiego’ in Regione o Europarlamento e viceversa. Almeno per l’idea che ha attualmente in mente Grillo, alle prese con telefonate e riunioni via Zoom. Accarezzerebbe altri piani B il garante del Movimento. Come quello di un”infornata’ nella scuola di formazione del M5S, per condividere le esperienze maturate dai ‘veterani’ con due mandati alle spalle. Non solo deputati e senatori, ma anche consiglieri regionali ed europarlamentari. Perché anche per loro non ci sarebbero deroghe se venisse meno, come allo stato attuale pare volere il fondatore, il principio di rotazione.
Il nodo terzo mandato resta comunque sul tavolo e continua a tenere banco in casa 5 Stelle, dove in queste ore ci si interroga sulle prossime mosse di Giuseppe Conte, oggi sparito dai ‘radar’ anche dei fedelissimi e assente nel quartier generale di Campo Marzio. Benché il pessimismo prevalga nei big del Movimento alle prese con l’incognita ricandidatura, si fa spazio l’idea, anche tra gli uomini più vicini a Grillo (ma non nel garante per ora), che alla fine l’ex premier qualcosa spunterà e una ‘micro-deroga’ verrà concessa, ma sarebbe davvero minuscola, “nell’ordine di 4-5 persone al massimo”, stimano le stesse fonti.
Intanto nel Movimento continua a impazzare il totonomi sui volti ‘nuovi’ per la prossima tornata: anche oggi Rocco Casalino è tornato a smentire seccamente una possibile candidatura. Tra Camera e Senato un altro nome che rimbalza è quello di Nina Monti -per lei un ruolo chiave nella comunicazione di Grillo- ma persone vicine al garante smentiscono con nettezza: “Fake”.
Altra incognita è quello delle ‘parlamentarie’, ovvero la selezione dal basso che da sempre ha contraddistinto le candidature in casa M5S. I tempi stringono, viene fatto notare, “sarà dunque complicato metterle in piedi”, anche se da Statuto -articolo 7, lettera A- sono previste. Le regole grilline, però, prevedono che per prendere parte alle parlamentarie gli aspiranti deputati e senatori pentastellati presentino certificato penale, certificato dei carichi pendenti e il 335 c.p.p. ma solo se a conoscenza di indagini o procedimenti penali a carico.
“Documenti difficili da tirare fuori nel mese di agosto. Si potrebbe chiedere il voto della Rete sulle liste per fare in fretta e ovviare. Certo, un bel casino…”, osserva un big del Movimento all’Adnkronos. Anche su questo, però, la ‘palla’ è in mano a Conte, che dovrà decidere e farlo in fretta per evitare che venga meno un altro dogma in casa 5 Stelle.