Gli ufficiali di sicurezza rimasti feriti durante la battaglia a Grozny, sono trentotto. Il commando di militanti, ha fatto ripiombare la Cecenia nell’incubo terrorismo. La maggior parte degli agenti feriti, ha fatto sapere il capo chirurgo del Ministero dell’Interno, Vladislav Zubritsky, fa parte delle unità speciali dello stesso dicastero che hanno partecipati all’operazione. Ora sono tutti ricoverati. E’ stato di 19 morti, il bilancio dell’attacco terrorista, tra cui dieci uomini delle forze di sicurezza e nove ribelli ceceni, a quanto hanno riferito le autorità russe. Secondo il sito Grozni-info, ci sarebbe stata una vittima tra i civili. Notizia smentita dal Comitato nazionale anti-terrorismo. La battaglia si è scatenata dopo l’attacco a un posto di blocco della polizia a cui sono seguiti scontri a fuoco nella “Casa della stampa” e della scuola n°20 della città, dove si erano asserragliati i terroristi. L’attacco è stato rivendicato dal movimento islamista “Emirato del caucaso” e i miliziani, in un video, hanno detto di essere agli ordini di un nuovo capo, lo sceicco Ali Abu Mouhammad. Il segretario generale dell’Onu, Ban KI-moon, ha condannato gli attacchi ed espresso le sue condoglianze alla Federazione russa. Nel suo discorso alla nazione, il presidente Vladimir Putin ha dichiarato il suo “sostegno” alle autorità cecene, appoggiando il pugno di ferro usato dal leader della repubblica caucasica, Ramzan Kadyrov. E’ subito volato a Mosca Kadyrov, dopo aver fatto scattare l’operazione anti-terrorismo, per assistere all’annuale messaggio di Putin, davanti alle Camere riunite.