Favorire la diagnosi precoce e la prevenzione dell’ictus cerebrale, ottimizzare l’organizzazione delle unità di emergenza per la cura e la gestione dell’ictus ( Le troke Unit) e aiutare la ricerca. Queste, in sintesi, le richieste che la Società italiana di neurologia (Sin) fa al Sistema sanitario nazionale, in occasione della Giornata dell’ictus cerebrale che si è celebrata in tutto il mondo. L’ictus cerebrale, in Italia, è una patologia che colpisce 1 milione di persone. Un numero ancora più elevato di soggetti, prevalentemente anziani, presentano una patologia vascolare silente che ne riduce le attività sia motorie che mentali.“Esistono oggi formidabili mezzi sia diagnostici sia terapeutici per la prevenzione e il trattamento d’urgenza dell’ictus acuto”, ha detto Domenico Inzitari, direttore della Stroke Unit dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze e docente presso la Clinica Neurologica dell’Università di Firenze. “Anche la riabilitazione ricopre un ruolo fondamentale. Oggi un paziente colpito da un ictus anche grave – ha continuato – può tornare a condurre una vita normale in pochi giorni, a patto che arrivi rapidamente in ospedale e venga ricoverato presso una Stroke Unit. Esiste la possibilità di disostruire rapidamentele arterie cerebrali chiuse da un trombo o da un embolo, usando farmaci somministrati per via endovenosa (trombolisi) o mediante microcateteri che asportano il coagulo direttamente dalle arterie colpite. Il risultato migliore si ottiene quando il paziente viene trattato entro 60 minuti”.