(Adnkronos) –
In autunno arriveranno “vaccini aggiornati per modo di dire”. Lo sottolinea il virologo Andrea Crisanti, intervenuto a TimeLine su Sky Tg24. “Il vaccino che verrà reso disponibile a ottobre-novembre è tarato contro la variante Omicron, che non esiste più, non circola più. Siamo arrivati a Omicron 5, e non sappiamo minimamente quale variante ci sarà a novembre. Di fronte a questo elevato numero di casi, farsi il richiamo adesso per gli over 60 e i fragili è la cosa giusta da fare. Non vale la pena aspettare e correre il rischio di infettarsi”.
Non c’è alcuna motivazione, dunque, per rimandare la vaccinazione. “Il vaccino attuale – aggiunge Crisanti – ancora protegge contro le complicazioni gravi della malattia. Non ci dobbiamo aspettare in questo momento un vaccino che ci protegga contro la trasmissione del virus”.
ONDATA ESTIVA -“Sembra che ci stiamo avvicinando al plateau” dei casi di Covid-19, dice Crisanti. Siamo quasi al picco di questa ondata estiva? “Con 100-150mila casi al giorno, probabilmente sottostimati della metà, quindi 300mila casi al giorno, dopo un mese di trasmissione il virus ha infettato o sta per infettare tutto quelli che poteva contagiare. Dunque, diminuendo la popolazione suscettibile, la dinamica di trasmissione del virus è in calo. Stiamo raggiungendo il plateau proprio per questo motivo: in questi ultimi 2 mesi, secondo le stime effettuate, si parla di 20-25 milioni di casi”.
WEST NILE – West Nile è “un’infezione che si trasmette principalmente attraverso gli uccelli. L’uomo è solo un ospite secondario, è un danno collaterale”, quando una zanzara infetta lo punge. “La Regione Veneto in passato ha implementato un programma di sorveglianza con trappole sul campo per verificare se ci fossero zanzare infette, perché prima si infettano appunto gli uccelli e le zanzare e poi l’uomo. Quindi in genere queste trappole funzionano da sentinella e danno un’idea della trasmissione tra gli uccelli. Nel momento in cui si incominciano a identificare zanzare infette, in genere si procede con ampio uso di disinfettanti. Si è fatto anche quest’anno. Senza questo sistema di sorveglianza, sicuramente la problematica sarebbe molto più ampia”.
Perché proprio il Veneto risulta essere una delle aree più colpite in Italia? “Per una ragione molto semplice – ha chiarito Crisanti – Basta andare in giro per la campagna in quest’area e si vedranno una miriade di corsi d’acqua e tantissime fontane d’irrigazione. E’ proprio dunque l’orografia del Veneto, che è una regione ricca d’acqua”, insieme alla “fortissima vocazione agricola, che fanno sì che si generino sul campo le condizioni ideali per la moltiplicazione di zanzare”. Questo virus, ha ricordato l’esperto, “lo conosciamo da tanto tempo, da decine di anni. Si trasmetteva inizialmente nella fascia tropicale e subtropicale dell’Africa. Successivamente, circa 20-25 anni fa, per la prima volta è stato identificato a New York. In Italia le prime infezioni si sono registrate fra il 2008 e il 2010 e la peggiore epidemia di West Nile è stata nel 2018, con circa 5-6mila casi in Italia”.