E’ affondato al largo delle coste libiche un barcone con 250 migranti: si teme che ci siano decine di morti. Lo ha reso noto la marina militare di Tripoli. “Al momento abbiamo salvato solo 36 persone, in mare ci sono molti cadaveri” ha detto il portavoce Ayub Qassem precisando che la maggior parte delle vittime erano africani e che tra loro c’erano molte donne. E’ avvenuto a Tajoura il naufragio, a est della capitale libica. “Ci sono tanti morti che galleggiano”, ha aggiunto Qassem. Sono stati resi difficili i soccorsi dagli scarsi mezzi a disposizione della guardia costiera. La maggioranza delle navi sono battelli da pesca e rimorchiatori presi in prestito dal ministero del Petrolio. Uno degli effetti del caos politico che insieme alla mancanza di sicurezza caratterizza la Libia dopo la caduta e l’uccisione di Moammar Gheddafi nel 2011. Lo stesso caos politico di cui approfittano i trafficanti di esseri umani. Quella di oggi è l’ennesima tragedia dell’immigrazione dal Nord Africa all’Europa. Più di centomila persone dall’inzio dell’anno hanno raggiunto le coste italiane, ma hanno perso la vita in centinaia durante la traversata su vere e proprie carrette del mare. Secondo l’agenzia Habeshia, che raccoglie e diffonde segnalazioni sul fenomeno, potrebbero essere circa 2.000 i migranti scomparsi in mare. Un dato aggiornato al 24 agosto, dopo un naufragio molto simile a quello di oggi, sempre al largo delle coste libiche, in cui erano affogati 170 migranti in maggioranza somali ed eritrei. La tragedia più grave è quella avvenuta nel canale di Sicilia nello scorso ottobre: 366 morti, tra i quali molti bambini e donne e155 superstiti. Lo shock provocato da quell’ecatombe portò all’inizio dell’operazione “Mare Nostrum” che in questi mesi ha salvato migliaia di disperati. E qualche giorno dopo il naufragio del 24 agosto, l’Ue ha finalmente aperto alle richieste italiane annunciando per fine novembre l’avvio di una nuova missione di Frontex ’agenzia dell’Unione per il controllo delle frontiere), Frontex Plus, che dovrà “completare” l’attività svolta dal nostro Paese nel Mediterraneo. Finora l’anno con il bilancio più pesante era stato il 2011 con almeno 1.800 persone scomparse, tra morti e dispersi. Dal 1988, secondo Fortress Europe – il blog che tiene il triste conto – hanno perso la vita nel Mediterraneo più di 20.200 migranti.