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Governo: cosa accadrà se domani il M5s dovesse ‘disertare’ in Senato? Ecco cosa ne pensano i leader

Domani potrebbe essere una giornata di quelle ‘distruttive’ dove, disertando anche il voto al Dl Aiuti in Senato, di fatto il M5s staccherebbe la spina al governo, con le conseguenze che tutti immaginiamo. Diversamente, i penta stellati adempiono al loro ‘dovere istituzionale’ e, complice qualche ‘accordino’, poi passano ad incassare, ‘per il bene del Paese’!

Tuttavia però – premesso un colloquio telefonico fissato per stasera fra il premier e Conte – al momento, basandoci sull’evidenza dei fatti, la possibilità che il Movimento vada fino in fondo c’è, e questo non ammetterebbe più nessuna scusa: fine del governo.

Una ‘paura’ condivisa da tutti i leader interni alla maggioranza i quali, sono divisi rispetto al da farsi nel momento in cui Conte & C. dovessero disertare anche l’Aula di Palazzo Madama.

Salvini: “Il mancato voto dei 5 Stelle alla fiducia segnerebbe la fine del governo e il ritorno al voto”

Dal canto suo senza troppi preamboli (forse non aspetta altro), Matteo  Salvini ha avvertito già da subito che, “Il mancato voto dei 5 Stelle alla fiducia segnerebbe la fine del governo e il ritorno al voto”.

Renzi: “Se così deve essere, meglio la crisi. Per come si sono messe le cose, le opzioni realisticamente sul tavolo sono tre”

Il più pratico appare invece Matteo Renzi, secondo cui “L’unica cosa certa è che non possiamo andare avanti come negli ultimi due mesi. Se così deve essere, meglio la crisi. Per come si sono messe le cose, le opzioni realisticamente sul tavolo sono tre. L’opzione uno è che i Cinquestelle tornino in squadra. La ritengo illogica perché perderebbero anche quel po’ di faccia che gli rimane, ma insomma è un’opzione. La seconda è un Draghi bis. Tecnico o politico poco importa. Le formule non mi appassionano. La terza invece – avverte il leader di Iv – le elezioni anticipate. Penso sempre che le elezioni debbano arrivare alla scadenza naturale, ma se dobbiamo andare avanti con questa tarantella, meglio andare a votare“.

Governo, Tajani: “Anche senza M5S i numeri ci sono, mi auguro che il governo non cada e che prevalga il senso di responsabilità”

Da Bruxelles, dove si trova per motivi istituzionali, il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, commenta che “E’ chiaro che anche senza i Cinquestelle ci sono i numeri per continuare, ma il presidente del Consiglio ha detto che senza di loro finisce la stagione dell’unità nazionale. Per quanto ci riguarda, dopo Draghi non ci sono altri presidenti del Consiglio. Mi auguro che il governo non cada e che prevalga il senso di responsabilità. E’ incomprensibile l’atteggiamento del M5S, che continua a ricattare il presidente del Consiglio e a tenere in sospeso un Paese che ha bisogno di stabilità. Non si può continuare a giocare – conclude poi Tajani – perché si cerca di recuperare consensi perduti per problemi interni“.

Governo, Letta: “Questo governo può funzionare solo in questo formato e in questa configurazione, sena il M5s cade tutto”

Mostra invece di avere le idee abbastanza chiare rispetto ‘al peggio’ il segretario del Pd, che rimarca: “L’Italia ha bisogno di un governo non di una crisi o di precipitare a elezioni a ferragosto. Non voglio che venga visto come un ricatto ma se una forza politica importante come M5S esce dal governo, non è per ricatto o per ripicca che diciamo che cade tutto e si va al voto, è la logica delle cose e quello che hanno detto ieri Salvini e Berlusconi è una considerazione ovvia“. Dunque, ribadisce Enrico Letta all’assemblea congiunta dei gruppi Pd alla Camera, “Dico con grande forza a chi pone una serie di questioni e una svolta che noi, questa svolta, l’abbiamo vista e intravisto la possibilità concreta di una svolta sociale perché i prossimi 9 mesi siano i mesi in cui governo risponde alla crisi. L’Italia ha bisogno di un governo non di una crisi o di precipitare a elezioni a ferragosto. Questo governo può funzionare solo in questo formato e in questa configurazione. Era chiaro già quando è nato“.

Max