INGHILTERRA, LIVERPOOL IL SOGNO SI AVVICINA. SFIDA CONTRO MOURINHO DECISIVA

     

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    Il sogno è sempre più vicino. Vincendo l’undicesima partita di seguito, e approfittando di un clamoroso passo falso casalingo del Chelsea, il Liverpool intravede il suo primo titolo di Premier League dopo 24 anni di attesa. I Reds sono in testa al campionato, a tre giornate dalla fine, con cinque punti di vantaggio sui Blues londinesi e nove sul Manchester City. Quest’ultimo ha due partite da recuperare, per cui deve ancora giocare cinque gare prima della fine della stagione, ma a Gerrard e compagni basterebbero a questo punto due vittorie e un pareggio negli ultimi 270 minuti di gioco per conservare il primato in classifica. E una delle tre ultime sfide potrebbe essere già decisiva, domenica prossima allo stadio di Anfield proprio contro il Chelsea. L’ultima vittoria, un 3-2 in trasferta contro un caparbio Norwich che lotta per non retrocedere, ha confermato che gli uomini allenati da Brendan Rodgers hanno uno spirito di squadra e una determinazione straordinari. Sono andati in vantaggio, hanno rischiato di farsi riprendere, sono riusciti a strappare i tre punti con i denti. Non è la prima volta che succede quest’anno. Il Liverpool vince anche quando potrebbe perdere. E non è soltanto il carattere a far dire a commentatori e scommettitori che ormai sembra predestinato a vincere il titolo. Un altro fattore è la coincidenza con il venticinquesimo anniversario della strage di Hillsborough, la tragedia in cui morirono 96 tifosi dei Reds, schiacciati contro le reti di recinzione, durante una finale di Coppa d’Inghilterra. L’allenatore Rodgers ha usato le parole della madre di una delle vittime dell’incidente per motivare i suoi giocatori prima del match contro il Norwich. Così come il capitano Gerrard, visto uscire dal campo con le lacrime agli occhi dopo la precedente e ancora più importante vittoria contro il Manchester City, ha rivelato che il suo pianto non era di gioia per l’ostacolo superato in campo ma di commozione al ricordo di Hillsborough, dove lui stesso, all’epoca un bambino, perse amici e parenti. E un altro elemento ancora è la formidabile potenza dell’attacco del Liverpool: 96 gol segnati. “Quando io arrivai al Liverpool nell’estate 2012”, rammenta Rodgers, “furono 47 in tutta la stagione”. Quest’anno l’obiettivo è di arrivare a quota 100 o superarla: il record della Premier League è del Chelsea del primo Mourinho, che ne fece 103. Buona parte di quelli dei Reds di questa stagione vengono da Suarez, capocannoniere del campionato con 30 reti, seguito dal suo compagno di squadra Sturridge con 20 (e da Gerrard un po’ più sotto nella graduatoria dei marcatori con 13). Ma a brillare nella vittoria con il Norwich è stato soprattutto il 19enne Sterling, autore di una doppietta e dell’assist per il gol di Suarez: “Il giovane più forte del campionato” secondo il suo allenatore. Insomma, mentre il Chelsea scivola (e Mourinho se la prende con gli arbitri, tanto per cambiare, dopo avere perso contro il Sunderland ultimo in classifica la propria imbattibilità casalinga che durava da 77 giornate, fa la prima e la seconda era del tecnico portoghese a Londra) e il City arranca, il Liverpool avanza compatto sapendo di avere in mano il proprio destino e di essere vicinissimo a realizzarlo. Ventiquattro anni dopo l’ultimo titolo, venticinque anni dopo Hillsborough, la città dei Beatles (e del football) spera di tornare a essere la regina d’Inghilterra.