(Adnkronos) – La definizione e la cura di ‘insufficienza cardiaca a frazione di eiezione lievemente ridotta’(HFmrEF) è tra le novità delle linee guida Esc 2021 dell’European society of cardiology sullo scompenso cardiaco. Il documento, che aggiorna la versione del 2016, per la prima volta, prevede il trattamento, il prima possibile e in prima linea, nella forma di scompenso con frazione di eiezione ridotta (HFrEF), con gli inibitori della neprilisina/angiotensina (Arni) e le gliflozine (anti-Sglt-2). Sempre per lo scompenso HFrEF, il documento, inoltre, introduce anche una figura per il suo trattamento in base a come si manifesta. È quanto riporta un articolo pubblicato su ‘Alleati per la Salute’ (www.alleatiperlasalute.it ), il portale dedicato all’informazione medico-scientifica realizzato da Novartis.
Oggi in Europa lo scompenso ogni anno colpisce 3 persone su 1000. Si stima che l’insufficienza cardiaca interessi oltre il 10% delle persone con più di 70 anni. Di tutti i pazienti con scompenso cardiaco conclamato, circa la metà pompa un volume insufficiente di sangue, tecnicamente espressa come frazione di eiezione ridotta (HFrEF) mentre l’altra metà si divide tra frazione di eiezione moderatamente ridotta (HFmrEF) e preservata (HFpEF).
Le linee guida Esc 2021 per lo scompenso cardiaco – si legge nell’articolo – prevedono, nei pazienti con HFrEF, cioè con frazione di eiezione ridotta (≤40%), una terapia farmacologica basata su quattro pilastri: Ace inibitori o Arni, beta-bloccanti, antagonisti del recettore dei mineralcorticoidi (Mra) e due inibitori di Sglt2. In particolare, la classe degli Arni è raccomandata in sostituzione agli Ace inibitori nei pazienti che non migliorano i sintomi anche se in terapia con Ace inibitori, beta-bloccanti e Mra. Le nuove indicazioni dei cardiologi europei prevedono anche l’indicazione dell’Arni come prima linea di trattamento, quindi all’esordio. La terapia con Arni può essere inoltre considerata anche nei pazienti con insufficienza cardiaca a frazione di eiezione leggermente ridotta (HFmrEF).
Nei pazienti con HfrEF, con una frazione di eiezione – cioè un volume di sangue – del ventricolo sinistro inferiore o uguale al 35%, gli esperti europei prevedono anche l’impiego di un defibrillatore impiantabile (Icd) o della terapia di resincronizzazione cardiaca (Crt). In pazienti con scompenso e fibrillazione atriale le nuove indicazioni raccomandano di preferire un anticoagulante orale diretto (Doac) rispetto agli antagonisti della vitamina K (warfarin) quando non è presente una moderata o grave stenosi mitralica o una protesi valvolare. Nelle persone in cui l’insufficienza cardiaca si associa a diabete, le nuove linee guida raccomandano l’uso degli inibitori di Sglt2.Il documento specifica le molecole più indicate in base a particolari condizioni di rischio del paziente.
Alle persone che hanno lo scompenso cardiaco, il documento raccomanda di fare screening utili per verificare l’eventuale carenza di ferro o anemia, per ridurre il rischio di ospedalizzazioni per scompenso cardiaco. Nel paziente che all’insufficienza cardiaca associa una malattia oncologica, le linee guida raccomandano di fare una valutazione sul rischio di cardiotossicità delle terapie da parte di un cardiologo che abbia preferibilmente esperienza nel settore della cardio-oncologia. Il documento ha anche indicazioni per pazienti con scompenso e amiloidosi, una malattia rara.
Nell’orientamento Esc 2021 ci sono anche dei consigli per prevenire la patologia, agendo su dei fattori di rischio. Tra i quali: smettere di fumare, contenere il consumo di alcol, evitare sovrappeso e obesità, svolgendo regolare attività fisica adottando un’alimentazione adeguata. L’articolo completo è disponibile su: https://www.alleatiperlasalute.it/piu-lungo/cosa-dicono-le-linee-guida-europee-sullinsufficienza-cardiaca-o-scompenso