Alla luce del rifiuto della Corte Suprema indiana di esaminare le richieste dei due marò italiani e della bocciatura della domanda di Massimiliano Latorre di prolungare di altri 4 mesi la convalescenza in Italia, Gentiloni parla di “un passo rilevante” che tuttavia “non va confuso con una rottura delle relazioni diplomatiche“. Il richiamo del nostro rappresentante a Nuova Delhi -aggiunge il capo della diplomazia italiana – e’ “una misura che va adottata in circostanze come queste che richiedono una consultazione approfondita di fronte ad una situazione di malessere”. Di fronte all’atteggiamento “inaccettabile” delle autorità indiane, che hanno respinto le “richieste dettate da motivazioni sostanzialmente umanitarie” riguardo ai fucilieri Salvatore Girone e Massimiliano La Torre, l’Italia – spiega – ha “l’obbligo di reagire, mi auguro che la nostra reazione sia ferma ed unitaria”.Di fronte agli ultimi sviluppi della vicenda, “non possiamo affatto escludere il pratico avvio di un arbitrato e dobbiamo sapere che questa ipotesi dopo quanto è successo è molto chiaramente sul tavolo”, evidenzia Gentiloni, sottolineando che sull’arbitrato la decisione “sarà a giorni” e che le decisioni sugli “ulteriori passi” che il governo si riserva “non sono decisioni che si possono prendere in mezza giornata ma devono essere meditate”. Al responsabile della Farnesina fa eco il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che – parlando alle Commissioni riunite Affari esteri e difesa di Camera e Senato – ribadisce che “il governo prenderà tutte le decisioni per recuperare questa situazione”. “Massimiliano Latorre-ricorda- è in Italia sotto cure mediche, la sua salute e il recupero è una priorità per il governo. Nulla sarà fatto per mettere a rischio questa situazione. Si tratta di un impegno fermo e stiamo considerando tutte le opzioni disponibili in Italia e la consultazione da fare con il governo indiano”.”Latorre e Girone sono organi dello Stato – rimarca la Pinotti – erano in funzioni ufficiali, l’Italia ha responsabilità su di loro e non si sottrarrà. E’ nell’interesse dell’India, che impiega molte truppe in operazioni internazionali all’estero, riconoscere e sostenere l’immunità dei nostri marò davanti al tribunale indiano”.