ALFANO E I SUOI INDIGNATI E FRUSTRATI DALLE SCELTE DI RENZI SUL JABS ACT

    o-ANGELINO-ALFANO-facebook1.jpg

     

    Angelino Alfano e i suoi. ora rischiano di trovarsi in mano un pugno di mosche. È un vero e proprio disastro per l’Ncd. La loro bandiera politica, quella del jobs act è stata quasi completamente smantellata.Angelino Alfano assiste impotente alla disfatta. Si chiedono, finalmente, ma che cosa ci stiamo a fare nel Governo? viene affidata ad un frustrato Maurizio Sacconi, capogruppo al Senato, la seguente dichiarazione;«Il Pd non ha ancora la maggioranza assoluta nelle due Camere, nelle quali peraltro non è ancora stato superato il sistema paritario». Il ricattuccio si appalesa nella richiesta urgente di maggioranza per discutere «le eventuali modifiche alla delega». E anche la tenuta di una maggioranza che ha subito la prima scossa di quello che potrebbe essere uno sciame sismico . «Nel Partito democratico – osserva Sacconi – coabitano oggi le tesi più conservatrici con quelle più innovative e la qualità dell’equilibrio che si produce al suo interno non è per nulla scontata». – continua Sacconi – «Vogliamo che diventi possibile licenziare un assenteista o un ladro, in modo che l’imprenditore abbia finalmente il pieno governo dell’efficienza dell’impresa. Vogliamo che la disciplina sia semplice e certa in modo da non dare spazio alla giustizia creativa e ideologizzata. Allo stesso modo vogliamo la flessibilità delle mansioni per consentire l’adeguamento dei modelli organizzativi».La giornata finisce con Sacconi e De Girolamo a Palazzo Chigi da Matteo Renzi, che prova a rabbonirli. Ma la linea del premier è espressa da Maria Elena Boschi: «Stiamo discutendo con tutti i partner della maggioranza. Non servono vertici di maggioranza, basta il lavoro parlamentare». E in serata è lo stesso Renzi a mettere il sigillo alla questione: «Partita chiusa».