Il premier Renzi, sentendosi ormai padrone del campo, ostentando sicurezza afferma: «Orfini e Speranza mi hanno chiesto di dare un segnale distensivo, di disponibilità, e io l’ho fatto: in commissione si lavorerà sul cosiddetto disboscamento, cioè sulla riduzione delle troppe forme di lavoro a tempo e precario. A me preme che la legge sia in vigore dall’1 gennaio, motivo per il quale, se si giocasse ad allungare i tempi, metteremo la fiducia sul testo che uscirà dalla Commissione».Agli alleati dell’Ncd ribadisce il no a nuovi vertici di maggioranza il prossimo «si farà a tarda estate o nell’autunno del 2017» e rimarca: «Per loro questo non può rappresentare una sorpresa. L’altra sera, quando sono venuti in venti a Palazzo Chigi gliel’ho detto: ragazzi, non ci prendete gusto». Sulla legge elettorale poi assicura: «Qualcuno vorrebbe che dessi una botta in testa a Berlusconi, ma onestamente non ne vedo la ragione, perché ormai l’accordo c’è. È possibile che alla fine Fi decida di votare no all’emendamento che trasferisce il premio dalla coalizione al partito e che si astenga sulla legge, ma sono dettagli. La svolta è a un passo e cambierà il Paese. È in gioco l’idea di fondo che si vota ogni cinque anni. Detto questo, certe volte la fatica è doppia, è come andare in salita in bicicletta con un rapporto sbagliato, poco agile e dispendioso. Ed è proprio per questo che dobbiamo varare la nuova legge elettorale. Se eleggeremo così il nuovo Parlamento, io o chiunque altro ci sarà potrà governare con più libertà e responsabilità». Insomma un Renzi che detta le regole del gioco ad alleati di maggioranza ed all’opposizione, A suo dire comunque ha un sogno nel cassetto: che possa essere Napolitano ad inaugurare il prossimo Expo. È un appuntamento importantissimo per l’Italia e Napolitano sarebbe il miglior testimonial possibile per il Paese di fronte al mondo. Io continuo a sperare che il Presidente resti ancora a lungo lì dov’è».