Sembra non avere più freni Beppe Grillo, che dal palco dello Sfiducia day a Palermo,
organizzato dal Movimento 5 stelle, contro il presidente della Regione Rosario Crocetta,
fa pesanti dichiarazioni e riferimenti alla mafia che destano sorpresa e indignazione.
Crocetta non può condannare all’emigrazione il popolo siciliano. La vita in Sicilia
è stupenda, ma sempre più dura, si legge sul blog di Grillo, che dal palco in Sicilia,
paragona un uomo d’affari a un mafioso, sottolineando che l’unica differenza è che il
mafioso si condanna e un uomo d’affari no, parla poi di quotare in borsa la mafia, o
ancora che la mafia “aveva una sua morale”, ma “è stata corrotta dalla finanza.
Alle parole del leader dei 5 stelle – c’era d’aspettarselo – molti politici rispondono con
giudizi duri, basta offendere le istituzioni, Grillo vaneggia” commenta il vicepresidente
dei senatori Pd Claudio Martini, o addirittura c’è anche chi, come Giampiero D’Alia,
presidente nazionale dell’ Udc, vede della malizia nelle sue dichiarazioni, sta chiedendo
con modo antico i voti a Cosa Nostra?.
Una provocazione mirata a destare scandalo, quanto a strappare, da sotto il naso, la
prima pagina dei giornali alla Leopolda del premier Matteo Renzi, vedrete i giornali
titoleranno “Grillo inneggia alla mafia” dice ai microfoni della piazza, non risparmiando
nessuno nel suo intervento durato poco meno di un’ora, in cui attacca anche il Jobs Act
del governo Renzi e il capo dello stato, dichiarando hanno impedito a Riina e Bagarella
di andare da Napolitano ma per proteggerli da lui e non il contrario, perche dopo un 41
bis un Napolitano bis e troppo.