Eccoli, con il viso contratto, ma abbozzando comunque un bel sorriso di circostanza, i leader dei principali di partiti e movimenti politici italiani, lì a spendere parole d’affermazione, manco avessero vinto la ‘Maratona di New York’.
Mentre, in queste ore, lo spoglio prosegue, con certezza, sia il centrodestra che il centrosinistra sono riusciti ad assicurarsi al primo turno, ciascuno un bel tris di città italiane. Ma come abbiamo detto, quella ormai in atto è una sorta di ‘guerra fra poveri’.
Checché ne dicano i patiti di sondaggio, in effetti c’è poco da esultare per una competizione elettorale che segna un ulteriore record negativo, come la continua emorragia di votanti, che quest’anno supera di poco un’affluenza prossima al 50%.
Ma andiamo a vedere la situazione più da vicino, attraverso i ‘soliti’ commenti ‘positivi’ dei vari leader che, a sentire loro, hanno sempre un motivo per ritenersi soddisfatti!
Meloni: “Soddisfatta, Fdi cresce ovunque. E agli alleati chiedo regole chiare che valgano per tutti”
Dalla sede romana di via della Scrofa, la leader di Fdi esordisce affermando che ”Non nascondo la mia soddisfazione… questo primo turno ci ha regalato tante soddisfazioni… C’è il ritorno di un sano bipolarismo, Fdi cresce ovunque con dati molto significativi. Il fatto che oggi Fdi sia la forza traino del centrodestra è un’indicazione della chiarezza del posizionamento”. Quindi, commentala Meloni, ‘‘Il centrodestra è competitivo dovunque, soprattutto se si dimostra compatto. Questo elezioni sono un avviso ai naviganti… I cittadini vogliono un centrodestra non ondivago e chiaramente alternativo alla sinistra. E agli alleati”, ha quindi chiuso ‘avvertendo’, “chiedo regole chiare che valgano per tutti, perché io voglio andare d’accordo nella coalizione”. Ad ogni modo, ha poi aggiunto, ”Oggi è un giorno per festeggiare, non per fare polemiche. Abbiamo indicazioni importanti per il futuro, il bicchiere è quasi pieno…”.
Meloni: “Il M5s ha subito un ‘enorme calo di consenso’, è una forza di governo che non esiste più”
Poi, ‘pungolata’ dai cronisti, che le domandano un parere sui suoi avversari, la Meloni non si fa certo pregare d afferma che, “Il Movimento cinque stelle ha subito un ‘enorme calo di consenso’, è una forza di governo che non esiste più… Mi chiedo se questo governo Draghi vada tenuto in piedi...”. E per quel che riguarda i dem, la leader di Fdi aggiunge “l’ho già detto, secondo me il Partito democratico dovrebbe cambiare innanzitutto il nome, perché hanno un problema di democrazia“. Certo, dice poi, ”Ci dispiace molto per il mancato quorum ai referendum sulla giustizia. E’ stata una scelta perseguita da molti‘‘.
Salvini: “La Lega ha 20 nuovi sindaci di cui 9 in Veneto, 8 in Lombardia, 1 in Friuli, uno nel Lazio e uno in Sicilia”
Da via Bellerio, a Milano, Salvini macina numeri e nomi, cercando così di evitare l’umiliazione rimediata con i Referendum sulla Giustizia: “Con le elezioni comunali la Lega ha 20 nuovi sindaci di cui 9 in Veneto, 8 in Lombardia, 1 in Friuli, uno nel Lazio e uno in Sicilia. Di questi 10 sono in più rispetto a ieri, quindi i sindaci Lega ad ora, a urne ancora aperte in comuni grossi, come Sesto San Giovanni e Lissone, dove i candidati della Lega sono intorno al 49%, possono vincere come possono andare al ballottaggio”.
Salvini: “Nonostante l’astensione e e con la Lega sostanzialmente attaccata a reti unificate, i cittadini ci hanno dato 20 nuovi sindaci”
Ed ancora, incalza il leader del Carroccio, “Ma il dato politico è che in un momento difficile, di forte astensione e con una bassa partecipazione ai referendum e con la Lega sostanzialmente attaccata a reti unificate, i cittadini ci hanno dato 20 nuovi sindaci di cui 10 nuovi sindaci con un aumento del 20% dei sindaci Lega ad ora circa 150 consiglieri comunali in più rispetto a ieri più 7 candidati al ballottaggio. Quindi, potenzialmente, i nuovi sindaci con tessera della Lega in tasca potrebbero arrivare ad essere 17 rispetto ai 50 uscenti, quindi con un potenziale incremento del 30%“.
Letta: “Il centrosinistra vince quando è unito, ed il Pd è il primo partito d’Italia, dal sud al nord, dovunque”
‘Gongola’ anche il segretario del Pd perché, fa notare, “quello che già oggi emerge è che il centrosinistra vince quando è unito, quando mette in campo candidature credibili. E poi esce fuori il dato più importante per noi, il Pd è il primo partito d’Italia. Dal sud al nord, dovunque”. Riguardo poi i risultati parziali del primo turno, commenta Letta, “il nostro giudizio è decisamente positivo. Giocavamo in trasferta e già al primo turno tre vittorie importanti: Taranto, Padova e Lodi, strappata alla Lega. Il giudizio sarà ancora più positivo con il ballottaggio, dove vanno tanti candidati e candidate del centrosinistra con aspettative molto forti“.
Letta: “L’unico argine a evitare la vittoria delle destre è un centrosinistra, un camp progressista attorno al Pd”
Ora, aggiunge ancora il segretario del Pd, “Attorno a noi abbiamo intenzione di costruire coalizioni che non siamo approssimative o aggiustate all’ultimo momento, sulla base dei programmi. Se lo facciamo vincerà la destra. L’unico argine a evitare la vittoria delle destre è un centrosinistra, un campo progressista attorno al Pd. Noi abbiamo intenzione di assumerci la responsabilità di costruire questa alternativa progressista, democratica e europeista. Se non è attorno a noi non esisterà. Questo impegno, che le amministrative hanno confermato, credo sia l’impegno principale davanti a noi che porteremo avanti nei prossimi mesi“.
Letta: “I Referendum? Questioni così complesse devono essere oggetto di riforma da gare in Parlamento, che deve essere all’altezza”
Dunque, afferma Letta affrontando poi il tema dei Referendum, “Credo che la saggezza dei cittadini italiani vada ascolta dalla politica che sbagliando ha immaginato di strumentalizzare vicende della giustizia complicate ai fini politici. Questioni così complesse devono essere oggetto di riforma da gare in Parlamento e il Parlamento deve essere all’altezza. Questo messaggio noi lo vogliamo cogliere, ci metteremo di impegno perché le riforme siano fatte in Parlamento“.
Conte: “I dati che emergono, seppur parzialmente, sono dati che non possono soddisfare il M5S, sono qui a metterci la faccia”
Onestamente, chi da queste elezioni ne esce senza aver nulla a cui aggrapparsi per avere un minimo di soddisfazione, è il Movimento 5 Stelle. E Giuseppe Conte con grande umiltà lo ammette pubblicamente nel corso della conferenza stampa: “I dati che emergono, seppur parzialmente, sono dati che non possono soddisfare il M5S. Non possiamo neppure ricercare delle giustificazioni di comodo rispetto a questi dati. Le amministrative sono sempre state un tabu per il M5S, questo è un dato un po’ costante nella storia del Movimento“, prova commentare il leader pentastellato, che aggiunge: “Però io non sono qui per nascondermi dietro questa costante storica, è nel mio costume metterci la faccia“.
Conte: “Il Movimento 5 Stelle non riesce a stare sui territori, occorre un lavoro serio e costante che non può essere improvvisato”
Purtroppo evidenzia il leader pentastellato, “Il Movimento 5 Stelle non riesce a stare sui territori“, e poi spinge “Sull’incapacità del M5S di intercettare le sofferenze della gente. Per ribaltare questa tendenza occorre un lavoro serio e costante sui territori, che non può essere improvvisato. Anche perché noi non siamo una forza politica che quando c’è un appuntamento elettorale infoltisce le liste con portatori di voti. Il nostro rigore lo conoscete: lavoriamo con persone che condividono il nostro progetto politico”.
Conte: “Fa male e preoccupa l’astensionismo crescente. Con il Pd un dialogo costante che non sarà compromesso da questi voti”
Tuttavia, osserva inoltre Conte, “C’è un dato che fa male e preoccupa, e riguarda l’astensionismo crescente. E’ un dato che deve preoccuparci tutti“. Poi, tornando ‘sul campo’, riguardo ai Dem Conte tiene a rimarcare che “Non ho mai parlato di alleanza strategica con il Pd ma di dialogo costante… Non ho mai voluto forzare, perché credo che questo percorso debba darsi dei tempi, delle tappe. Qualsiasi giudizio sul percorso futuro e su un’azione congiunta con i dem, non può essere compromesso da questa tornata elettorale“.
Conte: ” Dobbiamo ripartire con umiltà, rimboccarci le maniche e ripartire dalla forza dei nostri principi e valori”
Dunque, ha poi concluso Conte, “Dobbiamo ripartire con umiltà, rimboccarci le maniche e ripartire dalla forza dei nostri principi e valori. Il rallentamento nel percorso di rilancio del M5S, è dovuto a vicende in parte esogene e in parte endogene. E’ chiaro che alcuni passaggi interni molto delicati, anche durante le ‘quirinarie’, alcune resistenze interne hanno rallentato la nostra azione“. Del resto, ha infine osservato Conte, “Siamo nel pieno di un corso di rilancio, che avrebbe dovuto accelerare ed entrare nella fase 2, con una presenza stabile del Movimento sui territori. In questo momento siamo in ritardo, non abbiamo ancora costituito i gruppi territoriali, non abbiamo ancora i delegati territoriali. Non abbiamo ancora gli strumenti efficaci per far sentire forte la nostra vicinanza ai cittadini“.
Calenda replica a Letta: “Argine a destre non è proposta politica, dopo una legislatura dove tutti si sono alleati con tutti e Salvini “
Piuttosto che commentare l’esito di questa tornata elettorale, Carlo Calenda affida a Twitter una precisazione in merito da quanto affermato da Letta. “Enrico, ‘argine alle destre’ non è una proposta politica. E dopo una legislatura dove tutti si sono alleati con tutti e Salvini ha governato con il tuo alleato Conte, è davvero poco credibile. Questo non è il nostro modo di concepire la politica perché conduce all’ingovernabilità”.
Max