L’esclusione della presenza degli imputati alla deposizione del capo dello Stato nel processo sulla trattativa Stato-mafia non lede il diritto di difesa.- Lo sostiene la Corte d’assise di Palermo -.la Corte ha escluso che Riina, Bagarella e Mancino assistano alla testimonianza di Napolitano al Quirinale
la Costituzione infatti riconosce una immunità che impedisce la presenza degli imputati alla deposizione del capo dello Stato al processo sulla trattativa Stato-mafia.L’immunità della sede, precisano i giudici, “ad esempio esclude l’accesso delle forze dell’ordine con la conseguenza che non sarebbe possibile né ordinare l’accompagnamento con la scorta degli imputati detenuti, né più in generale assicurare l’ordine dell’udienza. Inoltre, a ulteriore sostegno dell’esclusione della presenza dei boss , la Corte precisa che questi “per legge non potrebbero partecipare neppure a un processo che si svolga in un’aula ordinaria”: la legge, infatti, prevede per i capimafia al 41 bis la presenza in videoconferenza. “Previsione – dice la Corte – che rende impossibile la loro presenza al Quirinale”. “Né – spiega la Corte – in assenza di norme specifiche potrebbe farsi ricorso alla partecipazione a distanza, poiché questa è prevista solo per le attività svolte nelle aule di udienza”.La procura di Palermo aveva dato parere favorevole alla richiesta dei boss di partecipare in videoconferenza alla deposizione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in qualità di testimone, suscitando non poche polemiche