(Adnkronos) – Il piccolo borgo di Merì, in provincia di Messina, che negli scorsi mesi è stato al centro di un clamore mediatico internazionale, diventando per alcune settimane ‘capitale’ dell’Arte, ha deciso di continuare a portare avanti l’innovazione culturale nel territorio, e dopo la pandemia, rilancia un nuovo progetto attraverso nuova linfa vitale con una mostra internazionale al Museo Antiquarium del Comune. Lo scorso anno con l’evento “Timeless Immortal Art”, il borgo era stato conosciuto nel mondo: in quell’occasione sessanta artisti internazionali hanno trasformato la piazza principale e tutte le vie in museo permanente con le loro opere riprodotte su alcuni arredi, dalle panchine ai muri delle strade, che da anonime si sono colorate diventando una pinacoteca all’aperto. Un progetto unico nel suo genere per cambiare il modo di concepire l’Arte all’interno di un contesto urbano, un’opera di rigenerazione del territorio attraverso la Bellezza.
Questo nuovo evento artistico, di nuovo fortemente voluto dal Sindaco di Merì Filippo Gervasio Bonansinga e dall’assessore ai Beni culturali Carmelo Arcoraci, riporterà il piccolo borgo al centro dell’attenzione , con l’evento “IKIGAI – Arte, la ragione di vivere,” dove altri 60 artisti di caratura internazionale esporranno le loro opere in un contesto meraviglioso, sia dal punto di vista artistico, che naturalistico. L’esposizione si terrà dal 16 al 25 luglio 2022, ma fino a Giugno sono previste ancora adesioni di altri artisti (info www.ikigaimostramuseo.it). La direzione artistica sarà curata dall’architetto Giuseppe Gorga e Olga Marciano, già curatori della Biennale di Salerno, la più importante del Sud Italia. Con questo evento anticiperanno quello che avverrà in alcune sezioni della Biennale tra qualche mese nel comune campano.
“Con questa – nuova esposizione internazionale – spiega Giuseppe Gorga – la Biennale d’Arte Contemporanea di Salerno approda in Sicilia con il primo evento “Waiting for Biennale”, ma se ne faranno poi altri in diversi territori. Riteniamo da sempre che l’arte con la sua contaminazione di generi, concetti, ma anche di territori, riesca di continuo a creare spazi culturali creativi: esprimendo una dinamicità necessaria nei borghi, che preservano mura e simbolismi storici, cambiando tuttavia la vocazione dei luoghi. Questo è quanto avvenuto a Merì con “Immortal Art” e prosegue con questa mostra internazionale. Spazi che nascono una volta e poi ri-nascono diversi, accoglienti, colorati, contaminando piazze, attualità e spazi mentali. L’arte, qui prima all’aperto, torna nelle magnifiche stanze del “Museo Antiquarium”, ma fa comunque parte della rinascita culturale che coraggiosamente l’amministrazione vuole portare avanti. Gli artisti vogliono comunicare questa volta la loro sofferenza nel periodo di pandemia e di guerra, che però, come spesso accade in questi casi, ha determinato un nuovo slancio creativo che si è concretizzato in questa mostra internazionali e vuole spiegare l’incomunicabilità di un dolore che soffoca, distrugge, ma è occasione per ripensare in meglio l’attualità. D’altronde, se c’è un potere immenso racchiuso nell’arte, è quello di oltrepassare, per natura, i limiti imposti dalle criticità del contingente ed escogitare forme alternative di convivenza per guardare avanti nei momenti più complessi”.