Come raccontiamo in un altro articolo, stamane a Davos, c’è stata l’apertura dei lavori del WEF (Forum economico mondiale), inevitabilmente improntato sulle ‘conseguenze economiche’ dettate dalla guerra in Ucraina.
Un evento al quale ha partecipato anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky il quale, piuttosto che annunciare la sua disponibilità a sedersi intorno ad un tavolo per trattare con la Russia (che nei giorni scorsi ha ribadito la sua disponibilità a farlo), ha invece pensato bene di invitare tutti i paesi presenti a rilanciare con ancora maggiore incisività le sanzioni contro la Mosca. Sanzioni che, almeno fino ad oggi, stano creando molti più problemi a noi, soprattutto sotto il profilo energetico.
Putin indicando tutti i “i principali indicatori macroeconomici”, rivela che “L’economia russa sta resistendo all’impatto delle sanzioni”
Non a caso, in occasione di un incontro tenutosi nel pomeriggio a Sochi, incontrando il presidente bielorusso Aleksandr Lukaehsnko, il presidente russo Vladimir Putin ha tenuto a rimarcare che ”L’economia russa sta resistendo all’impatto delle sanzioni, malgrado tutte le difficoltà“, e lo ha fatto indicando anche “tutti i principali indicatori macroeconomici”.
Putin pare non lamentarsi più di tanto anzi, assicura, messi alla prova da un “impegno speciale”, siamo stati ripagati “con effetti positivi”
Che poi vi sia anche una buona parte di propaganda, come ormai siamo abituati a dover ‘sopportare’ in questi mesi da entrambi le parti, non si discute, tuttavia Putin si è limitato a spiegare che sì, il governo russo è comunque messo alla prova da un “impegno speciale”, che però ha anche finito per “ripagarci con effetti positivi”.
Putin: “La transizione di Mosca verso pagamenti in rubli di alcuni prodotti esportati, contribuisce a rafforzare la moneta russa”
Questo perché, ha ‘giustamente’ spiegato il capo del Cremlino, ”La transizione di Mosca verso pagamenti in rubli di alcuni prodotti esportati, a partire dal gas, contribuisce a rafforzare la moneta russa, e questo non avviene a scapito dei nostri partner”.
Putin, l’escamotage suggerito ai colossi energetici europei per pagare il gas in rubli fa si che ”La Russia adempie a tutti i suoi obblighi”
Come è ormai infatti noto, aldilà delle sanzioni comminate alla Russia, in realtà già molti colossi energetici europei (Eni compresa), hanno aderito all’escamotage suggerito dallo stesso Putin per pagare – come ordinato ai ‘paesi ostili’ – di pagare in rubli e non in euro o dollari: basta aprire uno specifico conto corrente nella più grande banca russa che, provvederà poi alla conversione nella valuta locale. Oltretutto, così facendo, ha tenuto a rimarcare ancora Putin, ”La Russia adempie a tutti i suoi obblighi”, ha sottolineato.
Se Putin e Zelensky non si affrettano ad incontrarsi per un accordo di pace, per le nostre economie si prospetta un futuro disastroso
Insomma la situazione rischia per allungarsi a dismisura e, accanto ad un conflitto che potrebbe durare anche ‘anni’, la Russia continua a realizzare in rubli (cercando nel frattempo in Asia altri compratori), l’Ucraina ‘gode’ della protezione di mezzo mondo, e noi – inevitabilmente – dobbiamo continuare a pagare.
Lo ripetiamo qui urge quanto prima una seria e credibile opera diplomatica per far sedere i due a tavolino, come ha spiegato già l’Eni, se oggi Mosca (pur non convenendole), dovesse chiudere i rubinetti del gas, l’Italia resterebbe con una copertura del 70%. E non pensiamo soltanto al gelo nelle nostre case o ai fornelli, ma alle migliaia di aziende che complessivamente danno lavoro a milioni di operai…
Max