(Adnkronos) – Il recente annuncio del commissario europeo per la Giustizia, Didier Reynders, sul possibile uso, al posto del congelamento, dello strumento giuridico della confisca dei beni russi da far confluire in un fondo per risarcire l’Ucraina “avrebbe l’effetto di trasferire la proprietà del bene al fondo, che potrebbe a quel punto disporne liberamente, affittandolo oppure vendendolo”. Ne parla con l’Adnkronos l’avvocato Giuseppe Loffreda, che da esperto in diritto della navigazione, guardando agli yacht congelati degli oligarchi ed al conseguente dispendio di denaro pubblico per la loro conservazione e manutenzione avvisa: “Sono beni che se non utilizzati ogni giorno perdono valore ed anche se confiscati hanno il problema del noleggio e dell’acquisto perché è difficile trovare qualcuno disposto a comprare questi megayacht. Pertanto, per alimentare finanziariamente il fondo per l’Ucraina, nel caso degli yacht la soluzione potrebbe essere la vendita per destinarli alla demolizione e al riciclaggio”.
Loffreda spiega quindi che “mentre la formula attuale del congelamento dei beni russi e bielorussi prevede che siano custoditi e conservati in vista della loro restituzione, oppure venduti con successivo congelamento del ricavato della vendita, la confisca attribuisce la proprietà di quel bene al fondo che poi può disporne come meglio crede”, vendendolo, anche per la demolizione e riciclaggio, o noleggiandolo, “senza che il ricavato resti congelato in attesa di essere poi restituito al proprietario”. “Quest’ultimo – conclude il giurista, partner fondatore dello studio Legal4Transport – non può reclamare nulla sull’incasso della vendita, né rivalersi di una eventuale sottostima del bene, che sarà proprietà del fondo, destinato al risarcimento dei danni di guerra all’Ucraina”.
(di Roberta Lanzara)