Alle ore 8 di stamane 10 novembre, sono stati resi noti i risultati riguardanti il referendum
simbolico sullindipendenza della Catalogna, tenutosi nella giornata di ieri 9 novembre.
L81 per cento degli oltre due milioni di catalani che hanno partecipato al referendum ha votato sì.
Lo ha reso noto la vicepresidente della Generalitat, Joana Ortega.
Sulle schede i quesiti erano due: la Catalogna dovrebbe essere uno Stato? In caso affermativo,
dovrebbe essere indipendente?. In una conferenza stampa a Barcellona la Ortega ha dichiarato
che il sì alla prima seguito dal no alla seconda domanda ha ottenuto il 10,11 per cento dei voti, il
doppio no il 4,55 e le schede bianche sono state il 9,56 per cento.
Dissi che il referendum era illegale enon si sarebbe celebrato e così è stato perché quello di
domani non si può più chiamare referendum, né consultazione né nulla che gli assomigli. Fino a
quando sarò presidente del governo, nessuno romperà lunità della Spagna. Queste le
dichiarazioni di sabato del primo ministro spagnolo Mariano Rajoy.
Nonostante però le dure parole del conservatore, sono state lunghe le file ieri i seggi in Catalogna
per il voto informale. Le autorità catalane hanno portato avanti questo voto simbolico, incuranti
del fatto che la Corte Costituzionale ne aveva ordinato la sospensione, martedì scorso, giudicando
incostituzionale il referendum.
La coincidenza con il 25esimo anniversario della caduta del muro di Berlino è più che simbolica.
Con lo slogan Cominciamo un nuovo paese, la caduta simulata di un muro, proiettata su schermi
giganti lungo Avenida Maria Cristina, ha suscitato grida di libertà fra i migliaia di indipendentisti
che sabato sera a Barcellona hanno partecipato alla chiusura della campagna Adesso è lora per
il doppio sì allindipendenza, organizzata dallAcn, lassociazione nazionale catalana, e da Omnibus.
Il 9-N è un atto di dignità collettiva, nessuno ci impedirà di votare, ha gridato Carme Forcadell, la
presidente dellAcn.
La consultazione è stata promossa dal governo catalano di Artur Mas. La sua gestione è stata poi
lasciata ai volontari dellassociazionismo indipendentista, mobilitato dal Patto per il Diritto a
Decidere, per non violare il divieto dellAlta corte. Sul fronte opposto, il movimento Libres y
Iguales e la piattaforma Todos somos Cataluna hanno convocato manifestazioni di protesta, nelle
giornate di ieri e di oggi, in una sessantina di città spagnole, in difesa dellunità della Spagna.
Non è la consultazione definitiva, ma è molto importante ha agginto ieri Mas, poco dopo aver
votato alla Escola Pia di Barcellona, dove è stato accolto da numerosi applausi. Il premier ha poi
sottolineato la sua felicità e ha fatto appello al governo centrale ad ascoltare il Clamore della
Catalogna.
La regione merita un referendum definitivo, se è possibile concordato con lo stato spagnolo. La
nostra volontà è andare avanti, continuare alla guida di questo processo politico per ascoltare la
voce dei catalani e rispettare il loro diritto a decidere sul loro futuro ha ribadito oggi Mas dopo il
risultato positivo delle votazioni.
Ora lattenzione è tutta concentrata sullannunciata lettera dopo voto che il leader dei nazionalisti
invierà a Rajoy per aprire una fase di dialogo dopo il muro contro muro originato dalla bocciatura
da parte della Corte Costituzionale di buona parte dello Statuto di autonomia approvato dal
Parlamento catalano nel 2010, che riconosceva la Catalogna come nazione.
Per il momento il presidente del consiglio non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali anche se
secondo voci indiscrete Rajoy abbia dichiarato che non cederà mai alle richieste dei nazionalisti,
mantenendo così la linea dei giorni scorsi.