Home NOTIZIE LOCALI Peste suina a Roma: quali le ipotesi epidemiologiche

    Peste suina a Roma: quali le ipotesi epidemiologiche

    Secondo gli esperti, la principale ragione dall’aumento dei casi di peste suina a Roma è legata ai rifiuti. «L’unica ipotesi epidemiologica che abbia un senso per spiegare questi casi di infezione tra i cinghiali è che uno o tutti abbiano mangiato scarti di carne infetta e abbandonata tra i rifiuti dalle persone che, pur consumandola, restano immuni al virus. Anche perché il posto più vicino in cui abbiamo un’analoga infezione è Genova ma non ci sono casi, lungo il percorso che porta a Roma, di cinghiali positivi alla peste suina. Quindi è da escludere che il contagio sia avvenuto per migrazione e passaggio tra cinghiali»: sono le informazioni che da più parte gli esperti come Ispra fanno avere. “Dove c’è la peste i costi di produzione del maiale esplodono, la trasmissione è altissima e non c’è scampo».

    I pericoli sono evidenti, a livello economico, soprattutto: se il virus dovesse a andare oltre i confini romani raggiungendo ad esempio il viterbese o lazona del lago di Bolsena dove ci sono molti allevamenti di suini e dove pure non mancano i cinghiali anche in ragione degli elevati insediamenti boschivi – afferma Vittorio Guberti, veterinario dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – il danno sarebbe elevato».

    «Basta un terreno contaminato, delle scarpe o degli indumenti sporchi, che vengono “toccati” dal virus perché questo riesca ad annidarsi e proliferare altrove», dice Piero Genovesi, responsabile del servizio di coordinamento “Fauna selvatica” dell’Ispra.

    «Al momento è necessario analizzare anche cosa sta accadendo fuori dal parco dell’Insugherata – conclude Guberti – per evitare di adottare misure che possano rivelarsi infruttuose». Naturalmente tutti gli esperti dell’Ispra concordano sulla necessità di procedere con un ampio piano di pulizia delle strade e con la racconta capillare dei rifiuti dai bordi dei cassonetti. Perché sì, il contenimento può funzionare, le recinzioni anche ma non possono essere queste le uniche soluzioni percorribili.