(Adnkronos) –
Nessuna escalation “per non dare un assist agli Stati Uniti e alla Nato”, che avrebbero potuto cogliere il pretesto per incrementare gli aiuti militari all’Ucraina. Analisti a Mosca inquadrano così il discorso, breve, di Vladimir Putin alla Parata della Vittoria, che, dopo gli ‘allarmi’ dei giorni scorsi su possibili annunci di guerra totale a Kiev o di mobilitazione generale, era già stato ‘depotenziato’ alla vigilia.
Sia in Russia, dove lo stesso portavoce del Cremlino Dmitry Peskov aveva definito “un nonsenso” le voci sugli annunci, sia in Ucraina, dove la convinzione era che il presidente russo non avrebbe potuto rivendicare alcunché, essendo “il bottino ben al di sotto delle previsioni”, come sottolineato all’Adnkronos da fonti a Kiev.
“Quale sarebbe stato il vantaggio per Putin di annunciare un’escalation? – si chiedono gli analisti -. Piuttosto questa avrebbe fornito un pretesto per gli americani e per gli alleati della Nato per incrementare ulteriormente il loro aiuto all’Ucraina. Il presidente non ha voluto fornire questo assist”.
Chi si aspettava che il presidente russo avrebbe fornito qualche indicazione sulla direzione della guerra è rimasto ‘deluso’. Putin “si vuole tenere aperte tutte le opzioni, perché prima o poi dovrà dire di aver raggiunto gli obiettivi, ma dal suo punto di vista non c’è alcun vantaggio nello specificarli in dettaglio”, si osserva.
Ma d’altro canto la situazione sul terreno è quella che è: venti giorni dopo l’annuncio dell’avvio della seconda fase dell”operazione militare speciale’, con l’offensiva russa spostata nel Donbass, Mosca non può rivendicare neanche ancora la caduta di Mariupol, sotto assedio da oltre due mesi.
Non c’è escalation, ma neanche de-escalation, “è stallo”, sottolineano gli analisti. Che parlano di “stallo” anche nel contesto interno russo, dove ci sono “scontento e perplessità” per l’andamento della guerra e per l’effetto delle sanzioni, che per ora si fa sentire solo sugli oligarchi, scontento e perplessità che per il momento non si trasformano in “scricchiolii” tali da far pensare a malumori più forti.