(Adnkronos) – “Una grande soddisfazione. Premesso che soltanto in Italia si è fatta la polemica sull’intervista, su come è stata e come non è stata, mentre in Israele e nel resto del mondo sono andati dritti ai contenuti, da parte nostra c’è enorme soddisfazione. Abbiamo scritto non un capitolo ma un paragrafo della storia di questa guerra e forse della storia dei rapporti internazionali”. Così all’AdnKronos Giuseppe Brindisi, conduttore di ‘Zona Bianca’ su Rete4, dopo il colloquio telefonico fra Putin e il Primo ministro israeliano, Naftali Bennett, nel corso del quale il presidente russo si è scusato per le frasi sulle origini ebraiche di Hitler pronunciate da Sergei Lavrov durante l’intervista fatta dal giornalista al ministro degli Esteri russo.
“Dopo quello che è venuto fuori dalla nostra intervista in seguito a una mia domanda sulla denazificazione dell’Ucraina e le risposte di Lavrov – osserva Brindisi -, Putin si è sentito in dovere di chiedere scusa a Israele. Grande soddisfazione. Constatiamo che questa nostra intervista ha inciso su quelli che sono i rapporti fra due Stati nell’ambito di questa guerra”. C’è chi obietta che le scuse di Putin a Bennet dimostrano che il conduttore di ‘Zona Bianca’, di fronte a quella frase pronunciata da Lavrov, avrebbe potuto o dovuto far notare al ministro degli Esteri russo che si trattava di un’affermazione priva di fondamento: “Ma per quale motivo? Io devo far venir fuori la notizia – replica Brindisi -, io ho fatto una domanda, lui mi ha risposto tirando fuori questa cosa. Fra l’altro, la storia di Hitler ebreo è una vecchia fandonia smascherata da anni, l’aveva già pubblicata il Corriere della Sera. Nel computo di un’intervista di 40 minuti io ho bisogno di avere notizie, ne avevo altre 30 di domande da fargli, cosa avrei dovuto contestare io a Lavrov? Che la storia di Hitler è una bugia? Per me è già una bugia, io dovevo andare oltre, gliel’ho fatta dire e vado oltre”.
“Ripeto – conclude Brindisi all’Adnkronos -, le mie interviste non le faccio con l’elmetto, io non sono un giornalista militante, e secondo me i giornalisti militanti fanno danni alla professione del giornalista. Io sono un giornalista che deve portare notizie, ne ho portate tante, sono soddisfatto. E una di queste notizie cambia il corso dei rapporti fra i russi e Israele e della guerra in Ucraina? Boh, io più di così non potrei. Sono veramente molto molto ma molto ma molto soddisfatto”.