(Adnkronos) – Alla fine, dopo settimane di discussioni, polemiche, comunicati stampa inviati e poi ritirati, è il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana e coordinatore di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè ad annunciare la fumata bianca nel centrodestra per le amministrative di Palermo: “Manca ancora qualche dettaglio tecnico, ma siamo molto vicini all’accordo. Anzi, oserei dire che l’accordo c’è: Sarà Roberto Lagalla il nostro candidato a sindaco di Palermo. Di tutto il centrodestra. Sarà il nostro ‘magnifico sindaco’ di Palermo”, dice in una intervista all’Adnkronos. “Dobbiamo ancora discutere qualche dettaglio – dice Miccichè – Ieri sera siamo stati tutti molto responsabili. E pur rendendoci conto che con l’appoggio di Totò Lentini il gruppo Cascio avrebbe avuto numeri superiori a quelli di Lagalla, c’è stata la reale volontà di non rompere il centrodestra, da parte di tutti”. “E’ stata una riunione, in cui la responsabilità l’ha fatta da padrone. Non c’e stato nessuno che ha voluto creare dissapori”.
Non risparmia poi qualche frecciata al leader di Italia viva, Matteo Renzi, che proprio questa mattina, a Radio Leopolda, si chiamato fuori dalla possibile alleanza unitaria del centrodestra che si è costruita a Palermo sul nome dell’ex rettore: “A Palermo – dice l’ex presidente del Consiglio a Radio Leopolda – se su Lagalla si ricostruisce il centrodestra noi non ci saremo. Le candidature civiche sono un film, ma se si ricostruisce il centrodestra, come potrebbe accadere, anche attorno a un nome perbene come quello di Lagalla, noi non saremo in quella coalizione. Rivendico le candidature di Genova e Verona, ma noi non sosterremo il centrodestra unito a Palermo”. “Uno scienziato… – taglia corto Miccichè all’Adnkronos – Renzi non c’era e non lo sa, io ho parlato con Davide Faraone anche stamattina e restano i suoi quattro candidati. E’ tutto un film surreale”. E poi aggiunge: “Mi iene da ridere, quando c’era solo Fdi nell’alleanza su Lagalla lui ci stava e ora che c’è pure il centro no? Un fenomeno, uno scienziato. E’ una dichiarazione davvero ridicola. Dichiarazioni che mi lasciano perplesso”.
E Francesco Cascio, che fino a ieri ha detto che non farà passi indietro sulla sua candidatura a sindaco? “Cascio è già nominato assessore nella giunta di Lagalla – spiega Gianfranco Miccichè – Abbiamo lasciato aperto il tema del vicesindaco. Sono già nominati assessori Cascio, Totò Lentini e un terzo di Forza Italia. Sul vicesindaco ancora dobbiamo ragionare”. Ma allora, se si andava verso un’alleanza perché fino a ieri sera Cascio diceva che non si sarebbe ritirato? “Fa parte della tattica, prima di un accordo si comunica sempre che non abbiamo paura di niente. E’ una regola assoluta della politica – spiega il coordinatore di Fi in Sicilia – Poi abbiamo deciso di chiudere su Lagalla, lo chiameremo il ‘magnifico sindaco’, visto che è stato rettore, unendo le due esperienze possibili. Siamo tutti molto contenti, sembra che ieri sera ci siamo lasciati come se non ci fosse nessuno scontento”.
E le regionali? “No, non si è parlato ieri di Regionali – taglia corto Miccichè – C’è un altro tavolo in un altro momento storico, che è più vicino a Roma che a Palermo. E’ stato un errore, diciamoci la verità, che ha creato difficolta di parlare di regione durante la scelta di Palermo. Invece, ieri sera tutti i partiti, responsabilmente lo hanno capito, si sono allineati. Su Palermo abbiamo una coalizione molto forte”. “A quest punto Miceli non si dovrà confondere, avrà un solo avversario ma si dovrà adeguare al secondo posto. Non ci arriva al ballottaggio. Lagalla vincerà al primo turno…”. E conclude: “Abbiamo già il sindaco di Palermo, non ijl candidato sindaco”..
E in chiusura non manca la punzecchiatura al vicepresidente della Regione, Gaetano Armao, di Forza Italia, da sempre ‘nemico’ di Miccichè. Si candiderà? “A questo punto non ci sono più scuse per Armao – sorride Miccichè – si deve candidare, si era ventilata l’ipotesi che non si candidasse perché non voleva andare contro Lagalla, abbracciamo a braccia aperte adesso la sua candidatura. Sarebbe opportuno che gli assessori si candidassero. E poi, diciamolo pure, Armao non ha mai avuto modo di dimostrare quanto vale. Oggi quale migliore occasione per dimostrarlo?…”. (di Elvira Terranova)