(Adnkronos) –
Mascherine al chiuso, dal 1 maggio stop all’obbligo in Italia salvo qualche eccezione. L’uso è prorogato fino al 15 giugno in alcuni ambiti, come ospedali, trasporto pubblico locale e a lunga distanza. Ma cosa ne pensano gli esperti?
Sulla proroga dell’obbligo delle mascherina al chiuso decisa prevista dall’ordinanza firmata ieri dal ministro della Salute Roberto Speranza “si va in una direzione dove non si poteva che andare alla fine. La realtà è che se fosse stato per Speranza avremmo tenuto le mascherina al chiuso anche a giugno. La scelta della raccomandazione è in linea con il resto dell’Europa. Se dovessi dare un voto al Governo? Una sufficienza risicata complessiva ma sulla scuola si prende un 4. Ai ragazzi si sarebbe potuto lasciare questo mese e mezzo senza mascherina in classe. E’ una ipocrisia italica”. Così all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, “Mentre per i trasporti pubblici, ospedali e Rsa è condivisibile che rimanga il dispositivo”, aggiunge l’infettivologo.
“Se avessimo avuto tutte le vaccinazioni auspicate e ancora oggi sperate e una copertura di tutti i fragili con quarta dose, direi che potremmo parlare di altro, ma in costanza di numeri così ridotti l’uso della mascherina mi pare una misura irrinunciabile, minima ma irrinunciabile. Il Sars-CoV-2 e sue mutazioni non è scomparso, circola eccome, e allora le misure di accompagnamento all’inizio dell’estate le dobbiamo ben ponderare. Io suggerisco di utilizzare la mascherina nei luoghi chiusi a lunga permanenza, e mi ritrovo sulle posizioni del Governo. In cinema, teatri e scuole si rimane a lungo uno accanto all’altro, magari per ore, non è come al bar o al fruttivendolo”. Così all’Adnkronos Salute l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata, commenta l’ordinanza che proroga le mascherina al chiuso in alcuni settori fino al 15 giugno.
“A scuola poi dopo un intero anno scolastico trascorso con la mascherina, credo si possa tranquillamente chiudere senza rinunciarvi proprio nell’ultimo mese, perché se c’è una cosa che è mancata in questa stagione è proprio la coerenza”, avverte Minelli che sul tema del Green pass, ormai del tutto abolito, ribadisce che “toglierlo definitivamente significa dare un messaggio sbagliato, penalizzando ulteriormente la sacrosanta campagna vaccinale”.
Quanto alla mascherina in ufficio, “la terrei perché il virus circola e dobbiamo ricordarci anche di chi è fragile e non vaccinato” e sulla scelta del Governo di puntate sulla raccomandazione e non sull’obbligo del dispositivo di protezione sui luoghi di lavoro “non sono d’accordo. La raccomandazione susciterà sicuramente qualche problema e dissidio tra chi non userà la mascherina e chi invece la indosserà. Immagino negli spazi comuni degli uffici, davanti alle macchinette del caffè o in ascensore”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute il virologo Mauro Pistello, direttore dell’Unità di virologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Pisa e vicepresidente della Società italiana di microbiologia, il quale puntualizza che “le misure approvate ieri sono un compromesso vista la diffusione del virus” ma, secondo il virologo, serve “un impegno maggiore del Governo sulle vaccinazioni anti-Covid perché la mascherina non è l’unica misura e l’obbligo non si può protrarre all’infinito. Sarebbe come spostare il problema in avanti quando invece – conclude – è sul fronte delle vaccinazioni che dobbiamo correre di più”.
“Ora che non c’è un obbligo di portare la mascherina a lavoro, ma solo una raccomandazione, quest’ultima, a mio avviso, deve essere intesa in modo molto forte, da un lato come senso di responsabilità e dall’altro come senso di difesa personale. Il rischio di infezione, senza alcun dubbio, ancora c’è. Perché dobbiamo rinunciare a proteggerci sapendo che, comunque, c’è un pericolo? E’ illogico”. Lo spiega all’Adnkronos Salute il virologo Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia secondo il quale, anche con i nuovi ‘allentamenti’, “la mascherina deve essere ancora mantenuta tutte le volte che siamo a contatto stretto con molte persone per lungo tempo”.
I dati indicano, per esempio, che “c’è un aumento del tasso di reinfezioni, non soltanto i vaccinati si possono contagiare ma anche chi ha avuto Delta o altre varianti può ricontagiarsi ancora con Omicron. C’è un rischio ancora significativo di infezione e la mascherina è uno strumento per abbassare le probabilità di contagio”, conclude Maga.
“Pare che dall’1 maggio si faccia un passo avanti” verso la fine delle misure Covid, “con cautela per queste ultime settimane, ma certamente ci sono scelte che aiuteranno anche il turismo un po’ a riprendere. Sono d’accordo” con la linea adottata sulle mascherine, “di mantenere la precauzione” dell’obbligo in alcuni contesti, dai mezzi pubblici agli ospedali, come in cinema e teatri, “fino a giugno inoltrato. Io adotterei anche in autunno la stessa precauzione”. E “in ufficio”, dove da maggio sarà solo raccomandata, “la mascherina la continuerei ad usare comunque, negli open space o in presenza di altre persone. Come forma di rispetto. Non dico di indossarla quando si è soli nella propria stanza davanti al pc. Ma farlo in presenza d’altri, specie adesso che abbiamo anche un orizzonte temporale, si tratta di un piccolo sacrificio”. A sottolinearlo all’Adnkronos Salute è Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, che esorta le persone a considerare le mascherine come ‘amiche’, non ‘nemiche’ da eliminare.
“Poi ognuno è libero di fare quello che vuole – puntualizza – ma spero che le persone siano state ormai edotte sull’utilità della mascherina in certi momenti. Non le dovranno vedere come una cosa negativa, ma come qualcosa da usare al bisogno, come un accessorio della quotidianità, come gli occhiali da sole, come un presidio che difende. Io in ufficio la sto usando e la userò. Non dico di arrivare all’assurdo di tenerla mentre si guida da soli in auto, quello è sempre stato inutile”, sorride.
Quanto all’allentamento sul Green pass che scatta dal primo maggio “l’avrei fatto anche prima, era rimasta la cosa più difficile da comprendere – conclude il virologo – Il ruolo di invitare alla vaccinazione lo aveva già svolto nelle prime settimane di applicazione. In questo momento è solo una misura non utile. E’ giusto non essere più vincolati a mostrarlo”.