E’ costretto a difendersi Acerbi. A difendersi da parole cariche di risentimento per una partita storta, per un errore. Per una risata isterica, dettata dalla frustrazione per in gol preso al 92’ nell’ultima gara con il Milan. Il difensore della Lazio, già al centro delle critiche dei tifosi da inizio stagione, questa volta deve difendersi da accuse ancora più gravi.
Quel fermo immagine ha dipinto Acerbi con un giocatore lontano dalla Lazio, anche dal punto di vista professionale. Secondo molti tifosi quel gesto è stato dettato dal fatto che il difensore non abbia preso seriamente la gara con i rossoneri. Un’accusa a cui il difensore ha riposto con una lettera aperta affidata al Corriere dello Sport.
“Avverto una sensazione di solitudine che umanamente mi ferisce – scrive Acerbi – Con questo non intendo puntare il dito contro nessuno: è una mia sensazione personale che sicuramente non mi può lasciare indifferente, in campo e fuori. La partita con il Milan è stata per tutti un frullatore di emozioni e frustrazioni e così, dopo un’iniziale reazione dettata dall’istinto, ho deciso di prendermi 48 ore per riflettere e trovare le parole giuste per condividere i miei pensieri e le mie sensazioni, a cuore aperto”.
Sulle accuse: “Dopo la partita con il Milan ho letto e sentito insinuazioni assurde che non posso e non voglio accettare – aggiunge – e il solo fatto di essere qui a dover difendere la mia integrità e la mia professionalità, mi ferisce profondamente. Si tende a giudicare il calciatore come se fosse privo di emozioni e sentimenti. Spesso sbagliamo anche noi, siamo esseri umani, è giusto ricordarlo sempre”.
Acerbi conclude: “Il futuro è la prossima partita con la maglia della Lazio, quella che ho sempre onorato e indossato con orgoglio. Mi piacerebbe che tutti insieme potessimo voltare pagina, almeno per concludere la stagione nel migliore dei modi, con dignità e rispetto reciproco”.