(Adnkronos) – Continua a far discutere il caso del fondatore di Wikileaks Julian Assange, che potrebbe essere estradato negli Usa per la pubblicazione di file segreti relativi alle guerre in Iraq e Afghanistan se il ministro degli Interni del Regno Unito, Priti Patel, firmerà l’ordine di estradizione emesso dal giudice Paul Goldspring della Westminster Magistrates Court la settimana scorsa. La Corte europea dei diritti dell’uomo può negare l’estradizione per una questione relativa a diritti umani? “Sì, perché la Convenzione europea dei diritti dell’uomo limita la possibilità di estradizione delle persone che corrono il rischio di trattamenti in violazione dell’articolo 2, che sancisce il diritto alla vita e 3 che proibisce la tortura e il trattamento o pena disumano o degradante. Tra l’altro la Convenzione non ammette la pena di morte. E’ una questione su cui quindi la Corte si può esprimere. Ma questa è una considerazione generale, non dirò nulla sul caso Assange”. Così all’Adnkronos Robert Spano, presidente della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu).
Il caso Assange potrebbe dunque approdare all’esame della Corte? “Potrebbe. E’ un caso attualmente dibattuto nel Regno Unito, pertanto potrebbe finire alla Cedu”. “E’ ovvio – prosegue – che abbiamo cause in corso davanti al Tribunale che trattano questioni relative all’estradizione negli Stati Uniti. Una di queste è in realtà un caso italiano, Mc Callum vs Italy, pendente davanti alla Grande Camera. Ma non posso aggiungere altro”.
Gli Usa avrebbero dichiarato che le condizioni di detenzione di Assange negli Stati Uniti in caso di estradizione potrebbero cambiare se lo riterranno opportuno. Ritiene che questa ammissione potrebbe procurare danni irreversibili al benessere fisico e psicologico di Assange mettendolo in una condizione di vulnerabilità e che una eventuale estradizione potrebbe diventare un precedente rischioso per la libertà di stampa e di opinione? “Non posso dare risposte su un caso di questo tipo. Vorrei tuttavia esprimere che siamo stati molto felici di essere venuti in Italia (venerdì scorso – ndr). Abbiamo avuto buoni colloqui con il presidente e il vicepresidente della Corte Costituzionale e anche con i membri della Corte di Cassazione. Sono i naturali collaboratori della Corte di Strasburgo nel sistema delle convenzioni”, conclude il presidente Cedu.
(di Roberta Lanzara)