(Adnkronos) – Che non sarebbe stato il congresso del rientro nel Pd, era stato messo in chiaro in tutte le salse ma un passo di avvicinamento tra i dem e gli ex di Articolo 1 c’è stato. Sintonia nei temi e negli obiettivi, già manifestata nell’adesione di Art.1 alle Agorà. Richiamo all’unità anche in vista del 25 aprile. “Lunedì 25 aprile saremo tutti insieme per manifestare la memoria dell’antifascismo e con le parole di Mattarella, che ho particolarmente apprezzato: pace, non resa e unità”, dice Enrico Letta che da “appuntamento” in autunno ad Art.1 al termine del percorso delle Agorà.
“L’invito è che questo percorso porti in autunno a una discussione tra di noi che faccia sì che mettiamo da parte completamente la storia del 2018. Quel passaggio, il 2018, ha distrutto qualsiasi possibilità per la sinistra di giocare un ruolo vincente”, dice il segretario dem e il riferimento è alla divisione dal Pd renziano.
Una risposta a Roberto Speranza che aveva sollecitato “alla fine del percorso programmatico e partecipativo” delle Agorà “un passo più politico di inclusione, di apertura e di rilancio per superare l’attuale articolazione del centrosinistra e aprire davvero una nuova stagione. Una stagione in cui unire in un percorso comune anche in Italia le forze che già convivono in uno stesso gruppo, a Bruxelles e nel Parlamento europeo”. Forme e modi si vedranno, dipenderà anche dalla legge elettorale, ma i delegati di Art.1 in platea al congresso a Roma comunque apprezzano.
Speranza, che sarà riconfermato segretario con oltre il 90%, parla dell’esigenza di una “nuova sinistra” che “vada oltre il recinto dei garantiti”, che guardi al mondo del lavoro in tutte le sue forme. “Se si fa la sinistra, che serve all’Italia e all’Europa, noi ci siamo”, dice a Letta e il segretario dem risponde positivamente: “Alla domanda di Roberto la mia risposta è sì. La mia e nostra intenzione è quella di fare una sinistra per un Paese che ha bisogno di più sinistra e più sinistra vincente”.
Ma resta appunto da sciogliere il nodo di come organizzare il campo. E l’idea di Articolo 1 è quella di dar vita a un soggetto ‘laburista’ che si presenti alleato dei 5 Stelle. Domani ci sarà Giuseppe Conte tra gli ospiti del congresso, oggi c’è stato Luigi Di Maio. Il ministro degli Esteri si è concentrato sulla crisi ucraina. Un solo passaggio sui temi politici. “Questa coalizione progressista deve continuare a crescere e credo che sia Articolo Uno, che il Pd che il M5S siano assoluti protagonisti di questa coalizione”, dice Di Maio.
Nel Pd però il dibattito è più articolato. Sia rispetto alla sollecitazione di Art.1 sul nuovo soggetto ‘laburista’ sia sul campo largo ‘solo’ dei giallorossi. In settori dem le frizioni con i pentastellati sono crescenti. L’ultimo caso l’ambiguità di Giuseppe Conte rispetto al voto francese. Letta non affonda e si limita a rispondere che il Pd sta con Macron e con l’Europa. Ma Carlo Calenda, ospite del Congresso a differenza di Matteo Renzi, non si lascia sfuggire l’occasione: “Io non riesco proprio a capire come si fa a stare con uno che ha fatto i dl sicurezza, che non sa scegliere tra Macron e Le Pen, uno che ha nominato Banfi all’Unesco…”, incalza.
Aggiunge Calenda: “Io penso che ci sarà un tempo dopo le elezioni, che spero saranno con un sistema proporzionale a soglia alta, per parlarsi e spero che si riconosca la differenza, senza fare come si è fatto a Roma che mi avete detto che ero destra mentre io ho appoggiato Gualtieri al secondo turno e la Raggi invece la stiamo ancora aspettando… Attenti a non cadere nelle braccia del populismo che è sempre stato la morte per la sinistra. Io sono sicuro che Letta e Speranza ne sono consapevoli”.
La legge elettorale proporzionale è forse uno dei pochi punti condivisi da lega Art.1 a Calenda. Ne parla Speranza nella relazione: “Servono forze strutturate e radicate. Per me la legge elettorale proporzionale ha prima di tutto questo significato. Tornare alla democrazia dei partiti e chiudere definitivamente la stagione dell’antipolitica”.
Letta non si sottrae. “Non sono contrario ad una discussione sulla legge elettorale” anche perchè “è fondamentale che alle prossime elezioni si riesca a recuperare il rapporto fra eletti ed elettori, che nel nostro Paese è saltato completamente. Quella attuale è la peggiore legge elettorale che si possa immaginare, l’ho sempre detto, sono disponibile in modo molto laico ad aprire una discussione e verificare che cosa si riesce a fare”.