(Adnkronos) – Esecuzioni sommarie, torture, deportazioni forzate e non solo. Sono questi i “crimini di guerra e potenziali crimini contro l’umanità” a Bucha, la cittadina ucraina occupata dai russi a marzo. A riferirlo è Human Right Watch che ha raccolto le prove durante la missione condotta da un gruppo di suoi ricercatori all’inizio del mese e stilato un report.
La missione di monitoraggio delle Nazioni Unite in Ucraina ha documentato dal canto suo l’esecuzione sommaria di 50 persone a Bucha. Ma le indagini che stanno mostrando che quanto accaduto in quella cittadina non è un caso isolato.
Human Right Watch: il report
“Ci sono diversi possibili crimini di guerra che sono stati commessi, e il loro numero suggerisce che potrebbero essere crimini contro l’umanità, che sono attacchi diffusi o sistematici contro la popolazione come parte di una politica del governo”, ha detto Richard Weir, ricercatore dell’associazione umanitaria Usa, che ha partecipato alla missione a Bucha. “La cosa che mi ha colpito di più è che non era quasi possibile camminare senza incontrare qualcuno che aveva assistito ad un possibile crimine di guerra o aveva qualche familiare che ne era stato vittima – ha raccontato ancora Weir – o avevano dovuto seppellire un vicino, un amico o un familiare vicino la loro casa”. “La città ha vissuto una quantità straordinaria di morte e dolore”, afferma ancora.
Human Rights Watch ha documentato nove esecuzioni sommarie a Bucha. “Le esecuzioni sommarie – si legge nel report dell’associazione umanitaria, che ha condotto una missione sul posto in cerca delle prove di crimini di guerra – indipendentemente dallo status della vittima come civile, prigioniero di guerra o combattente catturato, sono severamente vietate e classificate come reati ai sensi del diritto internazionale e possono essere perseguite come crimini di guerra o crimini contro l’umanità, a seconda del contesto”.
Human Rights Watch ha inoltre documentato sette casi di uccisioni indiscriminate di civili da parte delle forze russe a Bucha, nonché due casi di civili feriti dalle forze russe. “Date le circostanze – si legge nel rapporto – le forze russe potrebbero aver aperto il fuoco senza sapere se la persona fosse un civile. Tuttavia, le forze di occupazione non possono presumere che qualcuno sia un combattente o rappresenti una minaccia, ma devono adottare misure per distinguere tra civili e obiettivi militari. Le uccisioni indiscriminate e l’uso indiscriminato della forza contro i civili sono proibiti dal diritto internazionale”.
Nella cittadina sono state utilizzate trappole esplosive attivate dalle vittime e mine antiuomo, si legge ancora nel report. Human Rights Watch ha parlato con il capo dell’unità di sminamento del governo ucraino per la regione di Bucha, il tenente colonnello Roman Shutylo, nonché con il comandante della brigata anticarro che assiste nello sminamento a Bucha, Ihor Ostrovsky, che hanno entrambi confermato l’utilizzo di trappole esplosive e mine antiuomo.
Shutylo ha detto che l’8 aprile gli sminatori hanno trovato due cadaveri vittime di trappole esplosive attivate dalle stese vittime. In totale, hanno trovato 20 trappole esplosive attivate dalle vittime e mine antiuomo, comprese quelle costruite con le bombe a mano a frammentazione F-1 e RGD-5, nonché le mine MON-50, MON-100 e OZM-72.
Ci sono inoltre le prove, per quanto riguarda più località di Bucha, che i soldati russi hanno saccheggiato e danneggiato case, che in alcuni casi sono state occupate, depredando provviste, effetti personali, oggetti vari inclusi quelli di valore come elettrodomestici, televisori e gioielli. Nel corso della missione effettuata dall’organizzazione umanitaria a Bucha proprio per investigare su eventuali prove di crimini di guerra, Human Rights Watch ha rinvenuto, nelle case, attrezzature russe e bende insanguinate, oltre ad aver registrato danni alle proprietà.
Durante la sua missione, l’associazione Human Rights Watch ha scoperto che le forze russe hanno occupato i terreni di due scuole. In una di queste, sono state trovate “ampie prove” che le forze russe l’abbiano usata come postazione di tiro per l’artiglieria. La Dichiarazione sulle scuole sicure, approvata dall’Ucraina e da altri 113 Paesi, ma non dalla Russia, stabilisce che le strutture scolastiche non devono essere utilizzate a scopi militari e che vengano adottate tutte le misure necessarie per proteggere questi edifici dagli attacchi.
Onu
La missione di monitoraggio delle Nazioni Unite in Ucraina ha documentato l’esecuzione sommaria di cinquanta persone a Bucha, alle porte di Kiev. Lo ha reso noto l’Agenzia delle Nazioni Unite per i diritti umani, sottolineando che la guerra in Ucraina è la ”storia dell’orrore delle violazioni contro i civili” dove il rispetto per il diritto internazionale è stato ”messo da parte”. Le indagini che l’Onu sta conducendo in Ucraina stanno mostrando che quanto accaduto a Bucha non è un caso isolato e sono oltre 300 le uccisioni extragiudiziali denunciate nel Paese.
Tra le violazioni documentate dalla missione di monitoraggio dell’Onu ci sono anche violenze sessuali, bombardamenti indiscriminati di aree e di infrastrutture civili e per la detenzione, maltrattamenti, torture e persino uccisioni di civili e prigionieri di guerra da parte di tutte le parti in conflitto.