REGIONE, AL VIA DIPARTIMENTI PROFESSIONI SANITARIE PER INFERMIERI, ASSISTENTI SOCIALI E OSTETRICHE

    regione lazioLa sanità del Lazio cambia prospettiva. I circa 25mila operatori tra infermieri, ostetriche, tecnici della riabilitazione della diagnostica di laboratorio e della prevenzione, così come gli assistenti sociali, assumeranno un ruolo centrale nella gestione assistenziale del paziente.

    E il loro comparto dovrà essere organizzato con una Direzione delle professioni sanitarie e sociali. Le nuove Direzioni saranno pienamente autonome e indipendenti rispetto ai Dipartimenti Medici e potranno essere trasformate in Dipartimenti delle Professioni Sanitarie.

    La nuova struttura organizzativa è prevista dalle nuove linee guida per la redazione degli Atti aziendali di Aziende sanitarie, Ospedaliere e gli Irccs e serviranno ai direttori generali per definire entro la fine di ottobre la riorganizzazione e la missione delle propria azienda.

    Il provvedimento firmato dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti era atteso da tutti i lavoratori del comparto e rispetta un impegno preso nei confronti di queste categorie, ma soprattutto introduce elementi di chiarezza e trasparenza nel carico di responsabilità di cura nei confronti del paziente. Con l’introduzione della nuova figura il comparto assume una capacità organizzativa autonoma, si separano in modo preciso il governo clinico da quello assistenziale, recuperando efficienza e maggiori livelli di sicurezza. Il Lazio si affianca così alle Regioni che hanno già adottato questo modello con il quale si avvia il completamento dei Servizi Infermieristici e delle loro Dirigenze, secondo le indicazioni della Legge 251/2000 e mai attuata.

    “Questo provvedimento – spiega Zingaretti – è un ulteriore tassello nella costruzione di una sanità più trasparente, efficiente e  vicina ai cittadini.  Vuole essere anche un riconoscimento al prezioso e fondamentale lavoro svolto da questi  professionisti nella sanità non solo del Lazio, in virtù di un maggiore e continuo contatto con il paziente, ma soprattutto è un atto di  assoluta coerenza rispetto al disegno della nuova sanità che stiamo costruendo e che ha come orizzonte di sviluppo il territorio”.