Leggere il nome di Roma nella black list delle città meno sicure che gli enti governativi di mezzo mondo hanno pubblicato sui propri siti internet per mettere in guardia i rispettivi connazionali sui pericoli di queste mete turistiche, non solo offende la città e stride in maniera imbarazzante con quel ’a Roma la legalità tornerà di moda pronunciato appena un anno fa da Marino in campagna elettorale, ma conferma, qualora ce ne fosse ancora bisogno, il completo fallimento del sindaco sul fronte della sicurezza e l’inadeguatezza del piano straordinario del ministro Alfano che, di straordinario, fino ad ora, in piena sintonia con la politica degli annunci spot del Pd con cui è alleato di governo, ha avuto solo il clamore con cui è stato presentato.
Lo dichiara, in una nota, il vice presidente dell’Assemblea Capitolina, Giordano Tredicine. La situazione è drammatica continua Tredicine l’illegalità a Roma, a differenza di altre capitali europee dove questa si concentra principalmente solo in alcuni quartieri e con le quali in queste ore si sta facendo, sotto la spinta di un patriottismo dell’ultima ora, uno confronto a mio avviso del tutto sterile, visto che volto a stabilire quale di esse sia la meno peggio, dilaga ovunque, dalle periferie che, tra criminalità, campi nomadi abusivi e prostituzione in pieno giorno versano in uno stato di totale abbandono da parte delle istituzioni, al centro dove l’abusivismo commerciale, gli scippi, i furti e le truffe, stazione Termini in prima linea, hanno raggiunto livelli inauditi. Non sono certamente fenomeni recenti e, a differenza di quello che ha fatto il centro sinistra quando era all’opposizione, non intendo strumentalizzarli individuando in Ignazio Marino il responsabile assoluto, però è sotto gli occhi di tutti che da quando Marino è sindaco tutti questi fenomeni si siano notevolmente amplificati. A Roma, da quando Marino è sindaco si respira un’aria diversa, un’aria di impunità che la criminalità sta sfruttando, dai parcheggiatori abusivi che sono arrivati a dotarsi addirittura di divise ed auricolari per meglio svolgere le proprie attività, agli ’okkupanti’ protetti da Sel, ai commercianti abusivi che sotto gli occhi dei vigili urbani esercitano tranquillamente nelle vie commerciali più prestigiose vendendo ai turisti borse taroccate, occhiali da sole, ombrelli di carta e bottigliette d’acqua. Certo, la colpa di questa impunità garantita è sicuramente, in primis, della pessima gestione di Marino che invece di predisporre un piano mirato e costituire squadre specializzate nel contrasto al fenomeno preferisce impiegare le risorse a disposizione in altre funzioni più utili alla chiusura dei bilanci come fare multe a tutto spiano, multe non a caso aumentate quasi del 20% negli ultimi 4 mesi per i cittadini che anche con questo, come non bastassero già tutte le tasse inique di questa manovra appena approvata, hanno dovuto sorreggere il bilancio di Marino. Ma anche di Alfano che ha pensato i problemi si sarebbero risolti mettendo semplicemente a disposizione dei cittadini un numero di telefono a cui segnalare i reati. Una parte di responsabilità, dispiace dirlo, è sicuramente anche dei vigili che ultimamente non sembrano brillare per iniziativa, ma bisogna anche comprenderli: Marino è un anno che li prende a pesci in faccia, prima con l’ umiliante imposizione di un comandante esterno che fino ad ora, peraltro, a parte la discutibilissima modalità della multa via twitter, non mi pare abbia portato grandi innovazioni, poi con la sordità alle giuste richieste di maggiore sicurezza sul lavoro, infine con la messa in discussione del loro salario accessorio. I vigili sono demotivati, è evidente, come emerge ogni volta che si riuniscono nelle assemblee sindacali, e non ci si può scandalizzare se non fanno i salti mortali ma si attengono semplicemente agli ordini che, anche se con davvero scarsa razionalizzazione ed ottimizzazione delle risorse, vengono loro dati. Sui alcuni manifesti apparsi in questi giorni nella Capitale, il Pd capitolino ed il sindaco Marino festeggiano l’approvazione del bilancio 2014 al grido di ’finalmente i conti tornano’, ma aldilà della menzogna che questa affermazione costituisce, visto che i conti non possono mai tornare veramente se a servizi peggiori corrispondono imposte più alte, non credo che un bilancio possa definirsi buono solo perché in maniera asettica mette in equilibrio entrate ed uscite. Il bilancio di una città conclude Tredicine – è la traduzione numerica della sua qualità della vita e comparire, dopo appena un anno di governo capitolino, nella black list delle città più pericolose del mondo credo sia interpretabile solo in un modo: questo bilancio e questo sindaco sono un disastro.