(Adnkronos) – ”Ci sono cadaveri di civili per le strade, ho visto fosse comuni nei giardini e nelle aiuole”. Ma a Mariupol oggi ”la situazione non è come quella ritratta nelle immagini di Bucha che sono circolate”. Lo racconta ad Adnkronos Vittorio Rangeloni, appena rientrato da Mariupol a Donetsk, dove vive da sette anni. A Mariupol i morti sono tanti, ”migliaia”, ma ”i cadaveri di civili che si vedono per le strade non sono tutti di persone morte per i bombardamenti. Piuttosto sono morti di infarto, fonte primaria dei decessi in età avanzata, per la totale assenza di cure mediche. E sono stati portati fuori dalle case per essere sepolti”.
Secondo Rangeloni ci sono poi ”le morti causate dall’incoscienza. Forse sembrerò cinico, ma credo che le persone abbiano abbassato la guardia rispetto ai bombardamenti e si spingano un po’ troppo a cercare cibo e acqua con poca cautela. Ho visto con i miei occhi civili in bicicletta sfilare davanti a carri armati pronti al combattimento. Questi atteggiamenti portano a un aggiornamento costante delle vittime”.
Inoltre, dice, ”posso smentire che la città di Mariupol sia completamente distrutta. Non è così, ci sono quartieri che sono stati solamente sfiorati dai bombardamenti. Palazzi rimasti in piedi, ai quali magari manca solo un balcone e dove la popolazione continua a vivere”. Quindi ”non è vero che tutti gli edifici sono stati colpiti dalla guerra, alcuni quartieri sono stati solo sfiorati di striscio, centinaia di palazzine hanno solo qualche balcone colpito”.
Nel frattempo ”in tanti, tra la popolazione civile, continuano ad abbandonare la città, cercano riparo altrove, ma quello che mi ha colpito è che in molti abbiano deciso di rimanere”, dichiara Rangeloni, che ha visto ”persone che cercano aiuti umanitari” anche se ”uno dei problemi principali è l’assenza di segnale telefonico. Per cui quando in città arriva qualcuno da fuori, come me, viene accerchiato in cerca di informazioni”.