(Adnkronos) – “Il sentimento che pervade tutta la magistratura è un sentimento di delusione, di grande preoccupazione”. Clelia Maltese, Presidente distrettuale dell’Anm di Palermo, non nasconde la sua “preoccupazione” per la riforma Cartabia. “Già la parola ‘performance’ mi fa venire l’orticaria – dice in una intervista all’Adnkronos – Non perché non si possa valutare il nostro lavoro. Ma noi già siamo valutati ogni 4 anni, il nostro lavoro è difficilmente misurabile, ma è misurabile come quello degli altri. Ovviamente valutare il nostro lavoro sulla conferma delle nostre decisioni da parte dei gradi superiori è pericoloso”. E spiega: “Io penso a quante istanze della società civile abbiano poi trovato finalmente tutela e soddisfazione grazie ai cambi, chiamiamoli a volte anche coraggiosi, da parte della giurisprudenza. Una giurisprudenza che si fa portatrice delle nuove istanze sociali, dei nuovi bisogni, anche del mutamento della società che forse richiede una interpretazione diversa delle norme esistenti”.
“E poi anche questa gerarchizzazione- aggiunge la gip di Palermo Clelia Maltese -Io non penso che si arriverà a un miglior governo, ma a una direzione totalmente contraria allo spirito costituzionale. Non siamo un ordine gerarchizzato, questo voleva il Costituente. Questo non ci farà cambiare pelle, ma ci farà cambiare anima, a discapito poi dei cittadini”. E spiega: “L’esercizio della giurisdizione non è un lavoro burocratico come gli altri. E se per stare tranquilli, dobbiamo adeguare noi interpretazioni adesive a quella che è l’interpretaziona maggioritaria… Pensi a come questa società come si troverebbe in un pantano da cui non ci muoveremmo più”.
“Io – dice – sono una ex giudice fallimentare. Pensi un’economia che sta ferma sulla base di decisioni che non mutano nel tempo, perché questo ci darà la possibilità di essere ben valutati”.
Parlando dell’intervista rilasciata oggi dal consigliere del Csm Nino Di Matteo sulla riforma, secondo cui “la riforma costituisce un’ulteriore dimostrazione di una pericolosa voglia di rivalsa nei confronti della magistratura. Il segnale di un vero e proprio regolamento di conti”, spiega di non essere d’accordo. “Non credo che si tratti di ‘un regolamento di conti’, almeno lo spero. Anche perché un potere che pensa di regolare i conti con un altro potere dello Stato, anche se noi non lo siamo, sarebbe assurdo. Credo che saremmo alla deriva e non credo che lo siamo, forse me lo auguro”.
“Qualcuno potrebbe dire ‘finalmente i magistrati possono essere valutati con la pagella’ – dice – ma questo significa non conoscere l’ordinamento giudiziario. Significa non avere assolutamente l’idea dell’esercizio della giurisdizione. Già noi siamo valutati ogni quattro anni, lo ripeto”.
E sulla riforma del Csm Clelia Maltese dice: “Tutte le volte che ho riflettuto sulla funzione del Consiglio superiore della magistratura, ho pensato che era un organo di garanzia ma per tutti, di garanzia della magistratura rispetto al potere politico. Forse, da organo di garanzia lo si vuole fare diventare organo di governo”. E conclude: “Credo che sia un momento di grande confusione in cui tutti, includo anche la magistratura, forse abbiamo avuto a volte reazioni scomposte. Ancora non c’e una composizione, noi faremo ovviamente sentire la nostra voce a tutela dei cittadini per capire che una giurisdizione ingessata è una giurisdizione pericolosa”. (di Elvira Terranova)