Due mesi fa il nostro Paese sembrava decisamente proiettato verso un futuro sicuramente migliore e ricco di aspettative: passata infatti la pandemia – dopo 2 anni di fame e paura – visto anche l’imminente arrivo dei fondi per l’allocazione dei piani interni al Pnrr, tutto sembrava andare per il meglio. Addirittura, sotto ‘l’ombrello di Draghi’, questa scalcinata accolita di partiti politici – al minimo storico del gradimento popolare, e culturalmente pessima – erano persino riusciti a trovare la quadra, sfoggiando un’insospettabile pacifica convivenza.
Sul più bello ecco la guerra, il ‘Risiko’ di Putin e le sanzioni Ue che, puntualmente, finiscono per rigettarci nel solito mare di guai
Poi, come un fulmine a ciel sereno (per chi non è abituato a guardare oltre il proprio orticello), ecco l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Una situazione orribile ed altrettanto pericolosa anche perché, Putin sa benissimo che per nessun motivo mai al mondo, nessun paese europeo sarebbe disposto a ricorrere alle armi. Così mentre Mosca si ‘diverte’ a ‘giocare’ a Risiko – sulla pelle di migliaia di civili ucraini – i ‘nostri’ istitutori europei pensano bene di ‘punire’ la Russia, applicando sanzioni che, ironia della sorte, al momento sembrano penalizzare molto più noi che i ‘colpevoli’.
Così, dalle tiepide speranze che scaldavano i nostri cuori soltanto 2 mesi fa, oggi siamo tornati a soffrire il ‘gelo’ di un’economia, improvvisamente franata.
Draghi approva il Def, riconosce il ‘momentaccio’ ma assicura che il governo vigila attento. Tuttavia il deficit strizza sempre più l’occhio allo spread
Ieri Draghi & C. hanno approvato il Def, consci del fatto che, se le sanzioni – come sta accadendo – arriveranno a dover rinunciare al petrolio ed al gas russo, per l’Italia seguiranno a dir poco mesi terribili.
Una situazione quasi ‘emergenziale’, che ieri per la prima volta ha portato il premier ‘sempre positivo’, a dover prendere atto del fatto che presto e più volte il governo sarà costretto a dover intervenire per ‘metterci una pezza’. Il tutto con costi altissimi in termini di deficit e di inflazione, premessa la prevedibile impennata del ‘vecchio ed amato’ spread.
Oggi in Commissione Finanze rissa sfiorata per un ‘emendamento’ della Lega che continua a sfidare la pazienza del premier
Ed ecco che oggi nei palazzi istituzionali è tornata la solita ‘politichetta’, con le sue penose ‘baruffe chiozzotte’, con milionari giunti alle mani più per la solita questione ‘di parte’ (politica), che per le reali conseguenze a danno del Paese. Così, grazie al rapido intervento dei ‘pagatissimi’ commessi, in commissione Finanze alla Camera, per un pelo non ci scappava la rissa. Il motivo? La garanzie da parte del premier, che l’approvazione della delega fiscale non finisca per sfociare puntualmente in un aumento delle tasse. Ed una ‘bizzarra proposta’ della Lega. Ma andiamo per ordine. In realtà, almeno fino ad oggi, il ‘non alzeremo le tasse’, è stato un po’ lo slogan della gestione Draghi e, ad onor del vero, in serata da Palazzo Chigi è stata diramata una nota dove viene rimarcato che “il governo non ha alcuna intenzione di aumentare le tasse. Il presidente Draghi ha dichiarato più volte questo impegno sin dall’inizio del suo mandato, in Parlamento, in incontri pubblici con il mondo imprenditoriale e industriale, ai vertici internazionali e anche nei vari confronti con i leader delle forze di maggioranza”. Stessa cosa anche per la delega fiscale che, ha più volte ribadito lo stesso Draghi “non porta incrementi sull’imposizione fiscale degli immobili regolarmente accatastati”.
Tuttavia, pur praticando la ‘coesione’ Giuseppi soffre le scelte di Draghi e, soprattutto, l’ala ribelle M5s, pronta ad andare alle urne
Detto in modo più diretto, “nessuno pagherà più tasse. Il governo non tocca le case degli italiani”. Rassicurazioni che non hanno convinto affatto il leader M5s, Giuseppe Conte. Proprio lui che, in tempo di pandemia, nei panni di premier, si è dimostrato un ‘maestro’ assoluto di bonus per tutti (tanto poi paghiamo sempre noi), per altro mai arrivati o distribuiti a ‘casaccio’. Dunque, ‘Giuseppi’ quando Draghi ha annunciato l’incremento per le spese militari è andato su tutte le furie. Hai voglia il premier a rassicurare, rimarcando: ”In un momento drammatico come questo serve unità e spirito costruttivo”.
Ed invece, ecco che ritroviamo ancora una volta i pentastellati divisi in due, con una fazione ‘fedele’ alla linea del governo, e l’altra (‘ringalluzzita’ dagli ultimi ‘exit pool’), che non si fa pregare qualora dovesse servire uno ‘sgambetto’, per mandare il Paese alle elezioni anticipate.
Salvini ed il centrodestra lunedì incontreranno Draghi: vogliono rassicurazioni (ancora?), che il governo non intende alzare od imporre tasse
In tutto ciò poi da non sottovalutare anche l’umore della Lega, che sua volta continua a nutrire forti dubbi sul fatto che il governo non aumenterà o istituirà nuove tasse. Di qui il caos di oggi quando, dopo aver presentato in Commissione Finanze un emendamento per l’esenzione Imu per le case inagibili o occupate abusivamente, causa la baraonda seguita, il presidente Luigi Marattin (Iv), è stato costretto a dover sospendere la seduta.
Dal canto suo, dopo aver commentato che “Voglio pensare che quello in Commissione sia stato solo un incidente di percorso“, Salvini ha spiegato che “Siamo entrati nell’esecutivo per portare il Paese fuori dalla pandemia e per utilizzare correttamente i fondi europei, e sono convinto che i provvedimenti che ipotizzano nuove tasse su case o risparmi siano fuori luogo”.
Intanto la prossima settimana è previsto l’ennesimo faccia faccia tra il leghista – accompagnato in ‘pompa magna’ dal centrodestra – ed il premier Draghi. Insomma, è tornata l’amata ‘Italietta’…
Max