(Adnkronos) – “Sei nata per correre”. Poche semplici parole pronunciate da un allenatore. Da allora niente ha più fermato Merilù. Non ci è riuscita la sclerosi multipla (Sm) che le è stata diagnosticata a maggio 2006, nel giorno del suo 37esimo compleanno, ben 10 anni prima del suo debutto nel mondo delle maratone. Merilù corre. Ha corso per chilometri e chilometri in questi anni. Ha corso per sé, per chi condivide la sua stessa passione e la convivenza con la Sm, per la causa dell’Aism (Associazione italiana sclerosi multipla) e per mille altri motivi. E correrà anche domenica 3 aprile per le strade del capoluogo lombardo, che si popoleranno di runner grazie alla XX edizione della Milano Marathon.
L’avvocato Maria Luisa Garatti, ‘aka Merilù’, è stata selezionata come Asics Front Runner la community globale dei runner legati al brand che proprio quest’anno è sponsor ufficiale della Milano Marathon. “Non male per una malata di sclerosi multipla da 16 anni, no?”, sorride. La sezione meneghina dell’Aism anche quest’anno partecipa al Charity Program della 42 chilometri meneghina nella categoria Gold. E’ la nona volta che l’ente si fa parte attiva della ‘competizione solidale’ all’interno dell’evento sportivo, terza maratona più veloce di sempre a livello maschile dopo Berlino e Londra.
Il Charity Program di Milano Marathon è un progetto di raccolta fondi solidale che ogni anno vede coinvolte oltre 90 organizzazioni non profit e migliaia di runner che corrono per loro. Dal 2012, anno della sua prima edizione, sono stati raccolti quasi 3 milioni e mezzo di euro grazie al contributo di corridori e aziende su Rete del Dono, la piattaforma di crowdfunding e personal fundraising partner dell’evento. E per non affrontare la maratona in solitaria, è possibile dividere il percorso in 4 frazioni comprese tra 6 e 14 km. Basta aver compiuto 16 anni. E’ la peculiarità della Relay Marathon, principale evento di raccolta fondi a scopo benefico in Italia: una corsa a staffetta non competitiva per condividere con amici, parenti, colleghi le fatiche di un evento podistico e una domenica all’aria aperta (sul sito web Aism.it/milano tutti i dettagli per partecipare all’evento e sostenere la sezione).
Merilù è abituata alle sfide. “Corro per me e la mia Sm, la porto a tagliare i traguardi con me – racconta – Perché è lei che mi ha dato l’occasione di capire il mio scopo nella vita: parlare e fare la motivatrice, per aiutare gli altri con un messaggio positivo. All’inizio mi sentivo in colpa per la malattia, volevo essere compatita, ero depressa, avevo attacchi di panico: mi vergognavo di essere malata”. Oggi “gli stessi neurologici consigliano l’attività fisica. Non per forza correre ci mancherebbe. Ma muoversi, non restare a fissare il vuoto, come se non ci fosse più una speranza”. Allora non era così. “Nel 2014 una mia amica mi convince a cominciare, a uscire dall’immobilismo in cui mi ero adagiata. Morale: comincio ad allenarmi e il 13 marzo del 2016 corro la mia prima maratona, dopo soli 3 mesi di preparazione. Da allora ho corso 12 maratone in giro per il mondo”.
“Lo faccio – prosegue Merilù – per far conoscere la sclerosi multipla e ogni volta porto persone che non hanno mai corso, perché sono convinta che l’atleta non è chi ottiene grandi risultati, ma prima di tutto la persona che si mette in gioco, che ci prova. Per questo ho fondato l’associazione ‘Se vuoi puoi’ con altri ragazzi con sclerosi multipla (ora sono diventati una famiglia per me), con cui partecipiamo alle maratone e ‘ci mettiamo le gambe’ anche per chi non può correre a causa della malattia, magari anche spingendo altre persone con Sm in carrozzina per fargli assaporare la gioia del traguardo e della medaglia”.
“Quello della corsa, che vogliamo trasmettere con l’associazione, è un messaggio inclusivo: si può vivere la propria vita al massimo, andare oltre i propri limiti, anche se con impedimenti legati alla Sm. Ad oggi abbiamo raccolto più di 20mila euro che abbiamo devoluto ad Aism. Non solo: ho scritto un libro, ‘Sua Maestà – Correre al di là della sclerosi multipla’, e sto girando un docufilm, che racconta la mia storia in 42 km con tante altre testimonianze. Certo, non sempre è facile – testimonia ancora Merilù – le difficoltà ci sono, prima fra tutte la stanchezza. Ma in questi anni ho imparato a conoscere il mio corpo, a percepire i segnali e capire dove posso spingermi, e mi rendo conto che la stanchezza dell’attività fisica annienta quella cronica della sclerosi multipla. Quindi sì, con la sclerosi multipla non solo si può, ma anzi si deve fare sport: con i propri ritmi e le proprie possibilità, ma è importante farlo sempre con il sorriso”.
Di traguardo in traguardo, Merilù non si accontenta. “Nel 2018 ho fatto una battaglia perché le persone con Sm potessero essere ammesse alle gare paralimpiche: ci hanno riconosciuto a livello nazionale nella categoria t38, ma il mio obiettivo è quello di far riconoscere gli atleti con Sm nella disciplina dell’atletica leggera anche a livello internazionale. E’ la mia sfida, per i giovani neo-diagnosticati e per dare una speranza e sognare in grande le Paralimpiadi”. Fra i progetti del cuore di Merilù c’è anche ‘Liberi di camminare’, una camminata di 300 km sulla via Francigena. E ancora: “Abbiamo organizzato il progetto ‘Insuperabile la Staffetta dell’inclusione’. Ho percorso 1.000 km dal Gran San Bernardo a Roma, passando il testimone tra varie associazioni nazionali legate alla disabilità o ad altre patologie. Quest’anno stiamo già lavorando ad un altro progetto inclusivo sulla via di S. Francesco”.
Merilù si definisce “affamata di tempo e di vita”. Domenica sarà ai nastri di partenza per l’edizione 2022 della Milano Marathon. Un’edizione speciale: quella delle celebrazioni per il ventesimo compleanno di questo appuntamento. Nell’edizione 2019 sono stati quasi 250 i runner che hanno scelto Aism, permettendo all’associazione di raccogliere più di 28mila euro. Chi taglierà il traguardo con l’associazione sosterrà tutte le persone che ogni giorno combattono con forza e determinazione le piccole e grandi sfide imposte da una malattia cronica, invalidante e imprevedibile come la sclerosi multipla. In Italia sono 130mila le persone con Sm: il 50% sono giovani, cui spesso la malattia viene diagnosticata tra i 20 e i 30 anni, colpendo soprattutto le donne (il doppio rispetto agli uomini), nel periodo della vita più ricco di progetti.