(Adnkronos) – ”A mio avviso lo strumento del prestito titoli resta debole dal punto di vista normativo perchè non è regolato come dovrebbe e lascia quindi spazio nell’utilizzarlo in base al proprio stile”. Non ha dubbi il rettore della Link Campus University, Carlo Alberto Giusti, nel giudicare la scelta di Mediobanca di ricorrere a questo metodo per incrementare il proprio pacchetto di azioni di Generali in vista dell’assemblea del 29 aprile.
Mediobanca ha siglato un accordo che le permetterà di avere temporaneamente il 4,42% del Leone di Trieste e che porterà le sua partecipazione al 17,22% del capitale. Una questione sulla quale il gruppo Caltagirone ha chiesto alla Consob di pronunciarsi. Secondo il rettore la partita per il controllo della compagnia assicurativa sconta però anche altri mali della finanza italiana. ”Questa operazione messa in moto da Caltagirone -dice all’Adnkronos- è stata una grande dimostrazione di forza. Vede in campo altri protagonisti del panorama industriale, ma non è una partita facile perchè nel nostro paese quando ci sono azioni che vanno a impattare su assetti consolidati trovano la reazione del limite culturale del capitalismo continentale europeo, relativamente al concetto di frazionamento dell’azionariato”.
Il giurista sottolinea che ”è un concetto presente culturalmente in quello nordamericano e anglosassone per principio, non da noi. Certo imporlo per norme non è possibile, ma è ovvio che proprio per il nostro substrato culturale, quando nasce un’opposizione ad assetti consolidati è poi difficile che grandi equilibri si possano smuovere se non con terremoti”.