(Adnkronos) – I vaccini anti-Covid forniscono una protezione extra ai guariti dall’infezione da Sars-CoV-2, in particolare contro la malattia grave. Ma in generale sembra che queste persone che hanno un’immunità combinata (naturale-indotta dall’iniezione scudo) siano anche a minor rischio di reinfettarsi. E’ quanto emerge da due nuovi studi pubblicati su ‘The Lancet Infectious Diseases’.
Nel primo lavoro, condotto in Brasile, i ricercatori hanno scoperto che quattro vaccini – CoronaVac, Oxford-AstraZeneca (ChAdOx1), Janssen (Ad26.COV2.S) e Pfizer-BioNTech (BNT162b2) – forniscono una protezione aggiuntiva contro la reinfezione sintomatica (39% per CoronaVac, 56% per AstraZeneca, 44% per Janssen, 65% per Pfizer-BioNTech) e contro gli esiti gravi, ricovero e morte (81% per CoronaVac, 90% per Oxford-AstraZeneca, 58% per Janssen e 90% per Pfizer-BioNTech) in persone che hanno già avuto un’infezione da Sars-CoV-2. Lo studio non ha incluso casi di reinfezione dalle varianti di Omicron.
Una seconda ricerca, condotta in Svezia, ha invece rilevato che i primi tre mesi successivi all’infezione da Sars-CoV-2 erano associati a una mortalità più elevata rispetto a quella delle persone che non avevano avuto l’infezione, ma i pazienti guariti avevano un rischio inferiore di reinfezione per un massimo di 20 mesi. La vaccinazione ha fornito una protezione aggiuntiva ai guariti per almeno 9 mesi.
Tuttavia, elemento importante, lo studio ha seguito le persone solo fino a ottobre 2021, quindi non ha incluso alcuna analisi della reinfezione dalle varianti di Omicron. Proprio per questo gli esperti evidenziano che sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere l’impatto di nuove varianti, incluso Omicron con la sua capacità di eludere l’immunità.