(Adnkronos) – Quarta dose, ieri è arrivato il via negli Usa. “Le nostre agenzie europee si stanno confrontando in queste ore, anche con i dati che hanno portato le agenzie americane a fare questa scelta”, ha fatto sapere il ministro della Salute, Roberto Speranza. Ma cosa ne pensano gli esperti?
“Non c’è nessuna base solida, né scientifica né epidemiologica nel contesto che stiamo vivendo, che possa giustificare in questo momento una quarta dose di vaccino” anti-Covid estesa a categorie diverse da quelle per cui è già prevista e per le quali – tecnicamente – non è da considerarsi un secondo booster, ma un richiamo dopo un ciclo primario di vaccinazione composto per gli immunodepressi da 3 dosi. Lo ribadisce con forza all’Adnkronos Salute Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano. “Sono assolutamente d’accordo – incalza l’esperta – con chi dice che una quarta dose oggi sia positiva esclusivamente per le aziende farmaceutiche che producono i vaccini”. Secondo Gismondo, “una nuova dose sarebbe ottimale con un vaccino aggiornato, sicuramente all’appropinquarsi dell’autunno, ma non prima”.
“Sicuramente” sul tema quarta dose di vaccino anti-Covid “è necessario qualcosa di unitario a livello europeo, per evitare il caos che abbiamo vissuto per esempio con le indicazioni sul vaccino di AstraZeneca e con altre questioni” relative alla gestione della pandemia. Il virologo Fabrizio Pregliasco, docente all’università Statale di Milano, concorda con la richiesta avanzata in sede Ue dal ministro della Salute Roberto Speranza, che, partecipando ieri a Bruxelles al Consiglio Salute, ha annunciato “l’impegno” dell’Unione, “nel giro di una settimana, di fare una proposta” in direzione di una linea comune sui tempi del secondo booster e sulle fasce generazionali alle quali somministrarlo.
Poiché si tratterebbe comunque di un’indicazione non vincolante, “c’è il rischio che gli Stati membri si muovano ugualmente in ordine sparso – ammette l’esperto sentito dall’Adnkronos Salute – Anche per la vaccinazione anti-influenza, del resto, ci sono piccole differenze”, ricorda. “L’augurio” del direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano, tuttavia, “è che si arrivi a una giusta omologazione. Cioè che ci sia un’indicazione Ue e che i Paesi la recepiscano allineati”.
“Per il momento non penso sia il caso di utilizzare il secondo richiamo” vaccinale anti-Covid “su tutti gli over 50, mentre ritengo che andrebbe valutata la possibilità di vaccinare gli anziani (over 70 in Germania, over 80 in Francia), soprattutto se residenti nelle Rsa”. Questa la linea di Antonella Viola, immunologa dell’università di Padova, sulla quarta dose autorizzata ieri dall’americana Fda per gli ultra 50enni – oltre che per gli immunodepressi – con i vaccini Pfizer e Moderna.
“E’ giusto” comunque, precisa l’esperta su Facebook, “prepararsi” a una nuova dose di vaccino contro Sars-CoV-2 “nel caso dovesse essere necessario, e probabilmente lo sarà in autunno”.