A Mancini pacche sulle spalle e la richiesta di rimanere ancora. A Ventura l’invito a lasciare. E’ questa la percezione che l’ex ct della Nazionale italiana, protagonista suo malgrado della mancata qualificazione al Mondiale nel 2017, ha avvertito dopo la nuova delusione azzurra targata Mancini. Lo ha detto chiaramente in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
La differenza di atteggiamento, secondo Ventura, sta tutta in un’immagine: “A Palermo, dopo la sconfitta con la Macedonia del Nord, il presidente Gravina era seduto accanto a Mancini. Io a San Siro ero solo, l’unico colpevole. Non l’ho mai trovato giusto”, ha detto l’ex ct, che dopo la sconfitta con la Svezia si è dimesso.
Su quella partita ha detto: “Se ho rivisto Italia-Svezia? Per certi versi sì. Ma il contesto era completamente diverso. Prima dei playoff la mia Nazionale era già contestata. Eppure io sono uscito con Svezia e Spagna, ma non mi piace fare comparazioni. Se poi penso a certe immagini: per esempio Gravina a Palermo era vicino a Mancini, al suo allenatore, gli ha dato sostegno. Ho sorriso in questi giorni leggendo alcune dichiarazioni, qualche giornale: “Nel calcio può succedere”, “Caccia ai colpevoli”. Nel 2017 ce ne era solo uno. Trovai scorretto dovermi prendere tutte le colpe. Ma ormai l’ho superato, spero che l’Italia torni presto tra le migliori squadre del mondo”.
Ventura traccia infine un bilancio del calcio italiano: “Si è fermato un po’ sul piano delle idee, è meno divertente. C’è stato l’exploit di Gasperini con l’Atalanta, poi qualche anno fa il Napoli di Sarri. Per il resto non mi sembra che sia un momento esaltante. Bisogna dare più importanza ai settori giovanili, deve prevalere la tecnica sulla tattica. Prima alle scuole calcio i ragazzini passavano ore col pallone tra i piedi, la tattica era l’ultimo dei problemi. Se non hai la tecnica come fai a giocare?”.