In auge, ovunque per praticità, convenienza economica e semplicità d’uso, i pellet, sempre più diffusi nelle case italiane rappresentano una scelta strategica per le tasche dei cittadini: non quando però, poi, pur pagandoli una media certo non irrisoria tra i 300 e i 600 euro, non vengono consegnati.
E’ l’esito della truffa dei pellet, che da Viterbo spazia in tutt’Italia. Vendevano pellet a prezzi stracciati sul web, ma non consegnavano la merce. Sette vittime, provenienti da tutta Italia, chiamate a testimoniare in aula al processo a carico di cinque uomini e una donna, accusati di associazione per delinquere finalizzata a reati contro il patrimonio tramite l’uso di internet. L’inchiesta partita nel 2015 permise agli inquirenti di stanare un giro di affari di decine di migliaia di euro. Sotto accusa una coppia di Vetralla, il padre della donna, un 69enne di Montalto di Castro e un 73enne di Terni: 17 denunce da nord a sud.
Gli imputati avrebbero creato due portali per la vendita del pellet a costi concorrenziali, attirando acquirenti che non ricevevano quanto comperato. Messinscene per rinviare le consegne, querele e denunce. E dei pellet nessuna traccia. Stando alle accuse, il presunto ideatore dell’organizzazione sarebbe il 46enne di Vetralla: la compagna avrebbe usato la propria utenza telefonica e partita Iva, appartenente a una rosticceria di Vetralla, il padre di lei avrebbe procurato i fornitori, il 72enne umbro avrebbe gestito il web e il 69enne lo stoccato del carburante. Tutti in aula adesso: testimoni puntuali. Non come i pellet.