(Adnkronos) – A Rostov città “l’atmosfera è normale, ma la gente è preoccupata. Sono stato ieri nei villaggi, c’è preoccupazione, si ripete ‘c’è la guerra, c’è la guerra’, ma ricordiamo che i sondaggi danno, per quanto riguarda il riconoscimento della legittimità delle due repubbliche, oltre il 70% di sostegno a Putin. Questo si traduce in sostegno alla guerra? Non lo so, ma sicuramente il tema del Donbass in Russia è fortemente sentito”. A parlare con l’Adnkronos è Nico Piro, inviato del tg3 nella regione di Rostov sul Don, che confina sia con la parte sul mare di Mariupol in Ucraina, che con le repubbliche autoproclamate del Donbass, configurandosi proprio come la ‘porta’ di ingresso per le repubbliche autoproclamate.
“Qui a Rostov dal punto di vista della sicurezza ovviamente non è come Kiev, le cose sono normali -racconta il giornalista descrivendo l’atmosfera in quelle zone- C’è però un clima di grande tristezza, di timore perché è cominciata la guerra”. La preoccupazione “è dovuta al fatto che queste sono terre che hanno storicamente rapporti con l’Ucraina, tre anni fa erano sotto le stesse insegne -spiega Piro- Questa zona ricorda bene i combattimenti e le sofferenze della seconda guerra mondiale. Dall’altro lato c’è anche timore che ci sia un colpo duro all’economia con conseguenze sulla vita delle persone comuni”.
Se a Rostov città l’atmosfera è relativamente tranquilla, “al confine invece c’è una fascia di cinque chilometri oltre la quale non puoi andare salvo giustificato motivo, ufficialmente per ‘motivi di sicurezza’ -descrive Piro- Evidentemente il motivo è tenere sotto controllo la situazione, sicuramente intesa come evitare possibili attacchi che arrivino dall’altra parte, dice il cronista. La strada è deserta, sgombra sia da mezzi militari, che già nei giorni scorsi si erano rarefatti, ma soprattutto perché non ci sono più autobus né macchine che portavano gli sfollati, perché l’evacuazione stanotte è stata sospesa”.
E facendo un’analisi sulla situazione generale, il giornalista -che è autore di diversi libri che analizzano scenari in contesti di guerra, tra cui ‘Kabul, crocevia del mondo’- osserva: “Non faccio previsioni perché non abbiamo tutti gli elementi e siamo in una fase di grande confusione ma mi sembra che ci sia uno spostamento del focus. Eravamo partiti e ci eravamo immaginati, su dati di fatto, un’operazione volta a consolidare le posizioni nel Donbass e siamo passati ad un’operazione a tutto campo sull’Ucraina”. Sintetizzando “in modo semplicistico, si potrebbe dire che si è passati da Donetsk e Lugansk a Kiev come obiettivo”.
Infine, Piro regala un aneddoto che lo ha colpito svoltosi durante le celebrazioni della Giornata del Difensore della Patria, dove si è recato al Memoriale di Rostov sul Don. “La città è stata due volte conquistata dai nazisti. Mi ha colpito parlare con le persone che ieri erano in visita al memoriale -dice- Una signora anziana mi ha detto ‘noi siamo figli della guerra. Ce lo ricordiamo bene cosa sia, e non la vogliamo’”.