(Adnkronos) –
Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha annullato l’incontro con il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, che avrebbe dovuto andare in scena giovedì 24 febbraio per discutere la crisi tra Ucraina e Russia. “La scorsa settimana avevo accettato di incontrare il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov questa settimana, il 24 febbraio, per discutere le preoccupazioni dei nostri paesi sulla sicurezza europea. Ma “il meeting si sarebbe tenuto “solo se la Russia non avesse invaso l’Ucraina”, spiega Blinken. “L’invasione sta iniziando e la Russia ha chiarito il proprio totale rifiuto della diplomazia, non ha più senso andare avanti con l’incontro a questo punto. Mi sono consultato con i nostri alleati e partner. Tutti sono d’accordo. Ho inviato al ministro Lavrov una lettera per informarlo”, dice Blinken durante la conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.
Il passo indietro matura in una giornata caratterizzata dalle sanzioni adottate dagli Usa – come comunicato dal presidente Joe Biden – e dall’Ue. Da Mosca, il presidente russo Vladimir Putin pone condizioni all’Ucraina.
BIDEN – “La Russia pagherà un prezzo carissimo” ha detto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, annunciando le sanzioni di Washington nei confronti della Russia. Le sanzioni colpiscono banche e ”le elité con i loro familiari”.
“Ieri Vladimir Putin ha riconosciuto due regioni dell’Ucraina – Donetsk e Lugansk – come stati indipendenti. In parole povere, la Russia ha annunciato che si sta prendendo una grossa fetta dell’Ucraina. Putin ha autorizzato le forze armate russe a schierarsi in queste regioni. Oggi, ha detto che queste regioni si estendono oltre le due aree che ha riconosciuto, rivendicando ampie zone attualmente sotto l’autorità del governo ucraino”, dice Biden.
“Questo è l’inizio di un’invasione russa dell’Ucraina. Crediamo che la Russia voglia andare oltre, spero di sbagliarmi. Potrebbe addirittura marciare verso Kiev. Inizierò ad imporre sanzioni in risposta, ben al di là dei passi che con i nostri alleati e partner abbiamo intrapreso nel 2014. Se la Russia si spinge oltre con la sua invasione, siamo pronti ad andare avanti con le sanzioni. In nome di chi -dice Biden- Putin si sente in diritto di riconoscere nuovi stati su territori che appartengono ad uno stato confinante? E’ una violazione evidente del diritto internazionale e richiedere una risposta netta dalla comunità internazionale”.
Il presidente degli Stati Uniti ritiene che “nulla nel lungo discorso di Putin” tenuto ieri “indichi interesse nella reale ricerca del dialogo sulla sicurezza europea. Ha attaccato in maniera diretta il diritto dell’Ucraina ad esistere e ha indirettamente minacciato territori che sono appartenuti alla Russia, comprese nazioni che oggi sono democrazie e membri della Nato. Ho deciso di rafforzare l’alleanza con paesi baltici. La Russia ha ammesso che non ritirerà i propri militari dalla Bielorussia, in risposta ho autorizzato ulteriori trasferimenti di truppe e equipaggiamenti già presenti in Europa per rafforzare i nostri alleati baltici: Estonia, Lettonia e Lituania. Questi sono tutti movimenti difensivi da parte nostra. Non vogliamo combattere contro la Russia ma difenderemo ogni territorio della Nato”, prosegue. Putin “ha minacciato guerra in modo esplicito a meno che le sue richieste non vengano accolte. La Russia in questa vicenda è l’aggressore”.
“Gli Stati Uniti, con gli alleati e partner, rimangono disponibili” a raggiungere una soluzione “con la diplomazia se le intenzioni sono serie. Alla fine, giudicheremo la Russia per le sue azioni e non per le sue parole. Qualsiasi cosa la Russia farà, noi siamo pronti a rispondere con unità, chiarezza, convinzione. Non stiamo solo difendendo l’Ucraina, ma siamo uniti nel contrastare l’aggressione della Russia. Vogliamo difendere uniti la nostra alleanza della Nato”.
PUTIN – “Se l’Ucraina si doterà di armi nucleari tattiche, sarà una minaccia strategica per la Russia” ha detto . L’Ucraina ha avuto, nel suo passato sovietico, competenze nucleari molto vaste, in termini di reattori, tecnologia, conoscenze, specialisti. Sarebbe molto facile dotarsi di armi nucleari rispetto ai Paesi che devono iniziare da zero”. Sono le parole del presidente russo, Vladimir Putin, in una conferenza stampa a Mosca. Tre le richieste di Putin all’Ucraina, in quello che è apparso come un ultimatum: il governo di Kiev dovrebbe ritirare la sua richiesta di adesione alla Nato, demilitarizzare il Paese e riconoscere l’annessione della Crimea alla Russia.
La Russia, ha detto Putin, ha riconosciuto la sovranità delle regioni di Donetsk e Luhansk secondo i confini previsti “quando erano parte dell’Ucraina”. Questo significa che Mosca ha riconosciuto un territorio molto più vasto di quello occupato, dal 2014, dalle Repubbliche popolari. “Riconosciamo la loro costituzione. E nelle costituzioni, i confini sono definiti entro i confini delle regioni di Donetsk e Luhansk, al momento in cui erano parte dell’Ucraina”, ha dichiarato Putin.
Il presidente si è soffermato sulla prospettiva di un’Ucraina dotata di armi nucleari. “Non sono in grado di arricchire l’uranio. Ma è solo una questione di hardware, non è un problema che non siano in grado risolvere. Quanto ai sistemi di lancio di queste potenziali armi nucleari, hanno vecchi missili sovietici che possono colpire obiettivi a centinaia di chilometri di distanza”, ha detto Putin.
“E anche se l’Ucraina si doterà di armi nucleari tattiche, sarà una minaccia strategica per la Russia. Ed è quello che consideriamo ora. Una volta che hai una capacità di lancio di cento chilometri, poi ce l’hai di duecento, poi di trecento. Mosca sarebbe a portata di un missile nucleare. E’ per questo che consideriamo la questione tanto seriamente”, ha aggiunto.
“Non ho detto che dopo questa conferenza stampa vedremo la presenza delle forze russe nelle Repubbliche” di Donetsk e Luhansk, ha detto Putin dopo una nuova riunione – oggi come al solito a porte chiuse – del Consiglio di sicurezza. “E’ impossibile prevedere scenari, dipenderà dalla situazione sul terreno”, afferma ancora.
BORRELL – Le “sanzioni”, approvate oggi politicamente dall’Ue contro Mosca, per aver riconosciuto le due repubbliche secessioniste del Donbass “faranno male alla Russia, molto male”. Sono le parole dell’Alto Rappresentante Ue Josep Borrell, a Parigi. Le sanzioni, ripete Borrell, includono tra l’altro “la limitazione dell’accesso del debito sovrano russo ai nostri mercati finanziari”, misure che colpiranno “gli oligarchi” e i deputati russi della Duma che hanno votato per il riconoscimento delle due entità, tra l’altro.
Aumenteremo le sanzioni” contro la Russia “in modo sostanziale, a seconda del comportamento di Mosca”, visto che ci sono ancora “molti interrogativi pendenti” sulle mosse future del Cremlino.
“E’ evidente che le sanzioni non hanno effetti miracolosi, fanno male e costano. Pensiamo che la storia non è finita. Le sanzioni non sono come un semaforo rosso. Fanno male economicamente”. “Abbiamo preferito conservare alcune capacità di deterrenza – aggiunge – per rispondere a nuove azioni della Russia e temiamo molto che ce ne saranno. C’è un arsenale, dobbiamo seguire gli avvenimenti”, spiega. “Pensiamo” che il pacchetto approvato rappresenti un “buon equilibrio” tra l’esigenza di avere un “pacchetto forte” e quella di avere “munizioni di riserva” conclude Borrell.