Una dopo l’altra, le misure anti-Covid stanno finendo da parte. Dopo le mascherine all’aperto dovrebbe toccare a quelle al chiuso. Poi alle zone a colori. Infine al Green pass. La linea è quella dell’alleggerimento, anche se alcuni esperti invitano alla prudenza. Tra questi Fabrizio Pregliasco, ricercatore di Virologia dell’Università Statale di Milano e direttore sanitario dell’Ospedale Galeazzi.
Il virologo, intervistato da La Stampa, ha detto: “Come dico sempre non esiste un manuale di gestione della pandemia e ci possono essere molte valutazioni politiche a riguardo. Spesso non si conta solo la salute, ma l’equilibrio sociale, psicologico ed economico di un popolo. Anche in Italia c’è molta voglia di finirla con le misure e tanti messaggi di questi giorni vengono interpretati come un liberi tutti, mentre ogni giorno è ancora come se cadesse un aereo per i tanti morti che si registrano.
Sulla possibilità di non prorogare lo stato di emergenza oltre il 31 marzo Pregliasco ha detto: “Sì, ma occorre spiegare che questo comporta una maggiore responsabilizzazione dei cittadini. Bisogna andare per gradi, salvaguardando la vaccinazione, i richiami e preparandoci all’endemizzazione del virus. L’estate magari sarà tranquilla, ma l’inverno prossimo sarà certamente a rischio”.
Infine sul Green pass: “Anche qui serve prudenza. Il Green Pass non deve durare per sempre, ma almeno fino a giugno sì. Poi si vedrà in base all’andamento epidemiologico. Omicron 2 già esiste e nuove varanti sono possibili. Servono un piano pandemico e una continua sorveglianza per prevenire ogni sorpresa. Omicron non sarà l’ultima delle varianti, ma per fortuna è più probabile che le mutazioni vadano verso un’attenuazione della pericolosità del virus”.