(Adnkronos) – Era il 16 febbraio 2002 quando Steven Bradbury entrò nella storia dello short track vincendo l’oro alle Olimpiadi di Salt Lake City. Un’impresa clamorosa, resa ancora più spettacolare perché arrivata contro ogni pronostico. Partito da super sfavorito Bradbury, in un minuto e mezzo riuscì attraverso una serie di coincidenze fortunate a salire sul gradino più alto del podio, rendendo quel momento uno dei più famosi della storia non solo delle Olimpiadi invernali, ma di tutto lo sport.
Alla finale sui 1000 metri, l’australiano arriva infatti solo grazie a squalifiche e cadute di altri atleti. Ma è nella finalissima che avviene l’impensabile: Bradbury parte subito male e per tutta la gara è ultimo, quando, all’ultimo giro, tutti gli atleti davanti a lui cadono. Lui rimane in piedi per un oro incredibile. “È difficile credere che siano passati 20 anni dal momento che ha definito così tanto la mia vita. Sarò sempre visto da molti come un successo estemporaneo, ma ci sono voluti molti anni di sudore, lacrime e molto sangue per arrivarci e apprezzerò sempre coloro che mi hanno aiutato e sostenuto contro ogni previsione. Coraggio, convinzione, determinazione e un po’ di fortuna, mi hanno aiutato ad essere il #lastmanstanding (‘L’ultimo uomo rimasto in piedi’), e ora è fantastico vedere la nostra prossima generazione di leggende @ausolympicteam portare il nostro sogno olimpico invernale nel futuro!”, ha scritto Steven su Instagram.
Un post celebrato anche da Arianna Fontana che, a poche ore dall’argento nei 1500 ai Giochi di Pechino 2022, ha risposto: “Tutti quelli che conoscono la tua storia sanno che sei un esempio di resilienza, determinazione e coraggio. E’ stato e sarà sempre un grande momento del nostro sport (e non solo)”.