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Mattarella Bis: dopo aver dato al Paese prova di grande ‘inaffidabilità’, all’interno dei partiti ora scatta ‘l’autoanalisi’

Incassato il ‘Mattarella Bis’, dopo la pessima figura fatta, chi più e chi meno, i principali leader dei vari schieramenti hanno dato vita ad una sorta di ‘analisi’ interna, creando di capire ‘cosa non ha funzionato’. E’ invece sin troppo evidente che a non funzionare sono stati proprio loro, giunti a quest’elezione con il ‘terrore comune’ di veder Draghi salire sul Colle e poi, in virtù di un sistema parlamentare fin troppo barcollante, rischiare di perdere mesi preziosi – proprio quando incalzano i fondi del Pnrr – in cerca di un nuovo premier.

Oltretutto, almeno sulla carta, con il centrodestra che sembrava più degli altri dare prova di maggior compattezza, nessuno avrebbe mai rischiato le elezioni. Non ultimo poi, particolare non da poco, su tutto ciò ha inevitabilmente influito anche la possibilità per molti parlamentari dell’ultimora, di perdere i diritti acquisiti per confidare nel dorato vitalizio.

Ciò che viene rimproverato a questa approssimativa rappresentanza politica, non è tanto il tempo perso (nella storia delle presidenziali 7 scrutini ci stanno) quanto, anteponendo più gli interessi personali – partitici – a quelli del Paese, nessuno di loro è riuscito di dare prova di serietà ed affidabilità.

Dunque, il ritorno alla ‘normalità’ – per modo di dire – vede sicuramente agli occhi del popolo italiano ancor più rafforzata la figura di Mari Draghi, e ‘irrecuperabilmente’ persa la fiducia in tutti (nessuno escluso), gli attuali leader politici.

Dopo le ‘tante chiacchiere ed i pochi fatti’, all’interno dei vari schieramenti ora è tempo di un’analisi seria e costruttiva

Sul fronte del centrodestra il contraccolpo è stato accusato, ed anche tanto. Complice l’ostinata ritrosia rispetto a Draghi Presidente, si è giunti alle elezioni con un atteggiamento ‘ambiguo’: se certi di ‘avere i numeri’, perché poi dover prestarsi alle ‘altrui’ esigenze, andando a pescare nomi spendibili all’infuori della politica? Ciò significherebbe che nel centrodestra non vi sia nessuno in grado di ricoprire un’importante carica istituzionale?  Quindi, dopo aver capito, hanno letteralmente ‘buttato’ nella mischia addirittura il presidente del Senato… per umiliarla con la complicità dei franchi tiratori. Uno spettacolo indegno. Intendiamoci, un atteggiamento specularmente tenuto anche dal fronte progressista (Pd, M5s e Leu), questo a riprova di colloqui, incontri e comuni strategie che mettono a nudo Salvini, Conte, e Letta, a questo pubblicamente ‘incapaci’ di far politica.

Meloni: “Da questa elezione la coalizione ne esce a pezzi, va rifondato e da oggi io lavoro a questo, nulla è perduto…”

Se non altro coerente con i suoi concetti – ma inevitabilmente ‘coinvolta’ nel suicidio generale –  Giorgia Meloni ha da subito avuto il coraggio di esternare la propria rabbia per quanto accaduto: ”Da questa elezione la coalizione ne esce a pezzi, per quanto mi riguarda, a livello parlamentare non esiste più, si è polverizzato pur essendo maggioranza nel Paese, va rifondato e da oggi io lavoro a questo, nulla è perduto…’‘.

Meloni: ”All’ultimo vertice di coalizione eravamo tutti, ripeto tutti, contrari alla rielezione di Mattarella”, ed attacca il M5s

Anche se al centro del ‘processo collettivo’, soprattutto relativo ai franchi tiratori, si guarda in più in ‘cagnesco’ verso Forza Italia ed i centristi, come i bambini imbronciati Salvini punta il dito contro gli loro ‘cattivoni’. Ma la leader di Fdi no fa sconti: ”Con questo Parlamento non puoi decidere niente di buono, non è più rappresentativo. Ricordo che all’ultimo vertice di coalizione eravamo tutti, ripeto tutti, contrari alla rielezione di Mattarella. Tanto che ho fatto una battuta: ‘non possiamo votare no a Mattarella’, poi non so che è successo, e ancora non lo so…’’. Quindi, rivolgendosi poi verso il M5s, la Meloni tiene a rimarcare quando ”chiedevano l’impeachment di Mattarella”.

E Salvini invita tutti a “Una profonda riflessione sul centrodestra, in vista di costruire un progetto di medio-lungo termine”

E Salvini? Letteralmente svanito dalla scena – e soprattutto dagli ‘amati’ social – per un giorno intero, si è poi riaffacciato annunciando per domani l’apertura di “una profonda riflessione sul centrodestra, in vista di costruire un progetto di medio-lungo termine“. Come dire: riorganizzarsi in virtù del governo che si appresta a proseguire, per arrivare infine pronti alle elezioni. Ma quando? E poi, con chi? E’ ovvio che ora la Meloni non starà ancora lì, a subire ‘obtorto collo’ ogni indicazione, proveniente soprattutto da Berlusconi che, purtroppo, sempre più ‘cagionevole’, deve comunque interagire attraverso il fin troppo cauto Tajani. Per il resto anche le altre formazioni (Udc, Cambiamo, Coraggio Italia in primis) ma, vista la piega e l’assetto che va assumendo questa maggioranza, non è da escludersi un ampliamento del fronte centrista, pensando anche ad ‘partner’ dell’ultimo minuto, come Matteo Renzi.

Conte: “Di Maio era in cabina di regia, chiarirà i suoi comportamenti, ma non a Conte, agli iscritti”

Una ‘resa dei conti’ che, come dicevamo, rimbomba in tutte le sedi politiche. In praticar modo all’interno del Movimento 5 stelle, dove ormai un solco frappone i contiani dai dimaiani. Se nel centrodestra pesa l’umiliazione riservata alla Casellati, qui quella ordita a danno della Belloni non è certo da meno.

Replicando a Di Maio, che invita tutti a “una riflessione interna”, Conte afferma: “L’ho detto prima io, a dire il vero. Lui ha risposto a me, quindi il chiarimento ci sarà senz’altro. Di Maio in particolare avrà la possibilità di chiarire il suo operato e la sua agenda, se era condivisa o meno“. E quanto al fatto che Di Maio abbia parlato di  parlato del “fallimento di alcune leadership”, l’ex premier ribatte ricordando che il ministro degli Esteri “era in cabina di regia, come ministro l’ho fatto partecipare. Chiarirà i suoi comportamenti, ma non a Conte, agli iscritti”.

Vacca (M5s): “Conte deve rispondere alle nostre domande. Muro contro muro non serve a nulla, serve un chiarimento trasparente”

Dal canto loro, gli ‘aficionados’ del ministro grillino incalzano però che ”Dopo che tutti hanno bruciato il nome di Elisabetta Belloni, è uscito Di Maio per difenderla” mentre, il deputato Gianluca Vacca ammette che “Evidentemente qualcosa non ha funzionato dal punto di vista strategico. Innanzitutto andrebbe convocata una vera assemblea, Conte deve rispondere alle nostre domande. Credo che il muro contro muro non serva a nulla, serve un chiarimento trasparente”. Dunque, prosegue, “Un’assemblea non basterà, serve sicuramente un chiarimento ampio su tutte le dinamiche degli ultimi giorni e in generale sulla gestione del M5S, poi vedremo che strada prendere dopo il chiarimento“.

Turco (M5s): “Concordata una strategia in cabina di regia, alcuni dei nostri grandi elettori hanno lavorato ad obiettivi non condivisi”

Ed i vertici del Movimento? Attraverso il vicepresidente del Movimento, Mario Turco avvertono che “Come ha annunciato il presidente Conte, è la comunità degli iscritti del Movimento 5 Stelle che merita adesso spiegazioni. Si era concordata una strategia in cabina di regia e poi ci siamo trovati sul campo di gioco con alcuni dei nostri grandi elettori che lavoravano ad altri obiettivi non condivisi. Tra le proposte concordate c’era anche l’opzione di una donna al Quirinale di alto profilo e super partes. Nel corso delle trattative abbiamo lavorato, sempre d’accordo con i capigruppo di Camera e Senato, anche a questo traguardo storico per il Paese“.

Di Maio: “Non si provi a scaricare le responsabilità su altri. E’ chiaro che ci sono diversi aspetti che vanno chiariti”

Dal canto suo, dopo ore di silenzio, finalmente si palesa anche Di Maio il quale, dice finalmente la sua: “Decisioni in cabina di regia? Non si è mai parlato di fare annunci roboanti su presunti accordi raggiunti con Pd e Lega, oggi smentiti anche dal segretario dem Letta. Non si provi a scaricare le responsabilità su altri. E’ chiaro che ci sono diversi aspetti che vanno chiariti“.

Orlando: “Paradossale parlare di sconfitta della politica, semmai c’è stata una difficoltà da parte dei leader”

Ed il Pd? Beh notoriamente qui da sempre la ‘boria’ è tanta, figurarsi quindi se – specialmente dopo gli ‘inciampi’ del passato – qualcuno ‘osi’ pubblicamente dibattere sulla linea tenuta da segretario. Piuttosto, tiene ad affermare il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ”è paradossale parlare di sconfitta della politica. Perché è vero che c’è stata una difficoltà dei leader a fare i conti con uno schema inedito per mettere insieme coalizioni dove ci sono anche forze politiche che non fanno parte della maggioranza di governo. Questo sicuramente ha pesato e poi ci sono stati anche errori. Ma parlare di sconfitta della politica quando si elegge un politico al Quirinale come Sergio Mattarella, seppure caratterizzato da grandi competenze giuridiche, e quando è il Parlamento con una spinta forte a orientare in quella direzione, mi sembra francamente un paradosso. Parlerei di difficoltà delle leadership a gestire uno schema così complesso, partendo dal presupposto che orami le coalizioni non sono più in essere”.

Orlando: “La maggioranza di governo complessivamente si è ricomposta intorno alla figura di Mattarella”

Quindi, scegliendo la ‘via di fuga migliore,’ Orlando giudica ovviamente positivo l’esito di queste ingarbugliate presidenziali: ”La maggioranza di governo complessivamente si è ricomposta intorno alla figura di Mattarella, nonostante quelle tensioni che ci sono state e che hanno portato a quel numero di votazioni. Ci sono le condizioni perché si possa ripartire e si possa portare avanti un lavoro iniziato. Ci sono stati errori che hanno pesato nella vicenda, ma gli errori dei politici non si sono tramutati in una sconfitta né per la politica, né per le istituzioni, né tantomeno per il Paese”. Ed ancora, “Nessuno nega che ci siano cose che non stanno funzionando. E’ indubbio che ci saranno anche conseguenze che segneranno profondamente lo scenario politico. Questo non significa che non ci sia stata comunque una capacità del Parlamento di orientare la situazione in una direzione”.

Orlando: “Ci sono forze politiche che invece non si può dire che siano state sconfitte da questa vicenda”

Infine, quasi a trasformare questa clamorosa disfatta generale in una sorta di ‘vittoria’ del Pd, Orlando afferma: ’’E poi ci sono forze politiche che invece non si può dire che siano state sconfitte da questa vicenda. Non voglio apparire partigiano, ma credo che il Partito democratico possa considerarsi soddisfatto perché in un Parlamento che era nato sotto una certa stella – nella quale le forze anti europee, al tempo avevano un grande peso con le elezioni del 2018 nelle quali le forze delle destra si erano affermate con grande nettezza, anche la destra più estrema -, non era scritto da nessuna parte di poter confermare al Colle un politico e un sincero e rigoroso interprete della Costituzione imparziale arbitro e un convinto europeista e un intransigente antifascista come Sergio Mattarella’’.

Max