Pronti, via: la legislatura europea comincia e, tra la protesta di Nigel Farage e la conferma di Martin Schulz, si incomincia a intravedere il Parlamento che sara’. La protesta plateale del leader dell’Ukip, con tutto il gruppo dell’Efdd a seguirlo, ha tenuto banco a Strasburgo almeno quanto l’esclusione dei Cinque Stelle dal novero dei 14 vice presidenti dell’Aula. La giornata comincia con l’Inno alla Gioia, tratto dalla Nona di Beethoven e divenuto l’inno d’Europa. I deputati fedeli a Farage ne seguono l’esempio dando le spalle ai banchi della presidenza. Ma il gruppo si spacca proprio per mano dei Cinque Stelle che non partecipano alla protesta. Al suo arrivo, Grillo trova i giornalisti a chiedere cosa sia successo: “Non lo so, chiedetelo a loro”, risponde a ’caldo’. Poi, pero’, prende la parola e la sua sembra una prima tirata d’orecchie ai Cinque Stelle: “L’Inno alla gioia lo hanno utilizzato i peggiori killer della Storia”, spiega. Dunque, nessuno scandalo nel voltare le spalle alle prime note. Scandalosa, per l’Efdd, e’ invece la rielezione del tedesco Martin Schulz, “uno che e’ venuto a fare campagna elettorale in Italia contro di me e con i soldi pubblici”, attacca Grillo. Uno, pero’, che ha anche incassato 409 voti alla prima chiama, ben oltre quelli necessari per essere eletti. La rielezione di Schulz ha provocato, a cascata, la definizione delle altre cariche, non ultima quella di presidente del gruppo dell’Alleanza progressista dei Socialisti e Democratici, andata a Gianni Pittella, esponente del Pd. Tra i vice presidenti dell’Aula di Strasburgo, poi, figurano altri due italiani. Si tratta dell’ex commissario europeo Antonio Tajani, esponente di Forza Italia, e del democratico David Sassoli. A restare fuori, unici tra le forze parlamentari, il Efdd e i Cinque Stelle. “Stia attento Schulz”, avverte quindi Grillo, “perche’, se e’ vero che mi chiama ’venticello passeggero’, e’ anche vero che adesso qui siamo in 17”. E, mentre cresce l’attesa per l’intervento di Matteo Renzi il fronte anti-euro si compatta. Prima Marine Le Pen giura di non fidarsi di Renzi e di volere fare come…San Tommaso. Matteo Salvini, segretario federale della Lega, attacca duramente Schulz parlando di scelta sbagliata, la pessima elezione di chi e’ rimasto famoso solo per gli insulti a Silvio Berlusconi. E il leader dei Cinque Stelle non si lascia scappare l’occasione per una stoccata. A chi gli chiede se domani incontrera’ il presidente del consiglio, visto il dialogo avviato sulla riforma elettorale, Grillo sbotta: “Renzi chi? Io incontro la gente che conta, incontro Merkel, Van Rompuy, Schulz e Juncker”. L’affondo piu’ duro, tuttavia, lo sferra quando fa apppello all’Europa perche’ non dia fondi all’Italia: “Vanno alla mafia”, spiega. Parole che sembrano voler colpire direttamente il presidente del consiglio impegnato da mesi in una battaglia per un miglior utilizzo dei fondi europei in Italia e perche’ si torni ad investire nel nostro Paese.