In seguito al divampare delle polemiche su quello che viene da più parti ribattezzato come ’caso-POS’, è intervenuto il presidente ASCOM Roma Litorale, Luca Capobianco, che ha fatto sentire il proprio pensiero sull’introduzione dell’obbligo di pagamento tramite Pos per le transazioni superiori ai 30 euro, attraverso le seguenti parole, arrivate tramite comunicato stampa.
Per le aziende di qualsiasi tipo, da ieri è ufficialmente scattato l’obbligo di garantire i pagamenti tramite bancomat e carta di credito, quando la spesa per beni e servizi supera la soglia dei 30 euro. Non discutiamo il provvedimento nel merito, che è quello di assicurare la piena tracciabilità dei pagamenti, combattendo levasione in maniera più efficace. Ma riteniamo profondamente ingiusto che si traduca nell’ennesima stangata per commercianti ed artigiani, a tutto vantaggio dei circuiti finanziari. Secondo le prime stime, un’azienda con 100mila euro di ricavi annui si troverà a spendere, in media, oltre 1200 euro l’anno tra costi di esercizio e commissioni. Le spese di attivazione del servizio, il canone mensile e le commissioni sulle singole operazioni ricadono, infatti, su chi richiede l’installazione del Pos. E’ impensabile gravare ancora sulle piccole e medie imprese, già messe a dura prova dalla crisi economica. Rammentiamo che sul nostro territorio, in particolare, per ogni attività che apre, tre chiudono i battenti definitivamente. Non possiamo, dunque, permetterci ulteriori sacrifici. Va bene la tracciabilità dei pagamenti in nome della legalità e della trasparenza, ma allora si riducano i costi di esercizio e le commissioni. O piuttosto, visto che la lotta all’evasione comporterebbe maggiori entrate per lo Stato, allora sia lo Stato a sobbarcarsi gli oneri di questa operazione.