Nelle ultime settimana, con l’aumneto dei contagi da Covid, “si conferma un trend in aumento delle chiamate alle centrali operative del 118, di circa il 10%, anche se a macchia di leopardo sul territorio nazionale. Sono persone allarmate, spesso con febbre, ci sono contatti stretti di positivi al coronavirus, chi ha sintomi anche preoccupanti come problemi di respirazione”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute, Mario Balzanelli, presidente nazionale della Società italiana sistema 118, facendo il punto della situazione degli interventi del 118 in ambito Covid.
L’emergenza-urgenza continua ad essere il rifugio di chi ha necessità di assistenza per il Covid e non solo. “Le centrali operative rispondono a tutti e subito – precisa Balzanelli – e questo avviene per il Covid ma anche per le acuzie”. Ora all’emergenza Covid si è unita anche la recrudescenza dell’influenza che lo scorso anno è stata nettamente sotto la soglia. “Si stanno verificando intasamenti nei pronto soccorso, e non solo nelle grandi città come Roma, c’è soprattutto un problema di pazienti cronici che possono avere problemi con le sindromi influenzali e chiamano il 118. Mentre – suggerisce Balzanelli – con equipaggi medicalizzati sulle ambulanze del 118 potremmo dare una risposta a domicilio al 40-45% di questi pazienti senza che arrivino al dipartimento di emergenza e finiscano per sostare sulla barella in attesa di una visita”.
“Purtroppo l’inverno è il contesto naturale dei virus respiratorio – conclude Balzanelli – si sta in spazi chiusi e ristretti dove aumenta la possibilità di contagio. Per questo chiediamo a tutti di mettere via la mascherina chirurgica e di indossare la Ffp2, è l’unica che riduce veramente il rischio di contagio”.