“Oggi viviamo in un’epoca dove i progressi scientifici e i grandi traguardi conquistati dovrebbero contribuire a mettere un punto alla diffusione del virus dell’Hiv. Invece, il virus continua a diffondersi. Questo avviene soprattutto perché la discriminazione continua ad essere il più grande mostro scagliato contro le persone che vivono con l’Hiv. Lo stigma e la paura creano una situazione nella quale le persone non vogliono conoscere il proprio status sierologico. Finché non smantelliamo questo paradigma non riusciremo a sconfiggere il virus e arrivare all’obiettivo ‘zero infezioni al 2030’”. A parlare è Daniele Calzavara, coordinatore dell’Associazione di pazienti Milano checkpoint e tra i protagonisti del documentario di Michela Chimenti ‘Stigma invisibile’, realizzato nell’ambito del progetto ‘Together we can stop the virus’, promosso da Gilead Science Italia e proiettato alla vigilia della Giornata mondiale Aids.
Calzavara ha proseguito spiegando cosa significa far parte di un’associazione di pazienti con Hiv: “Nella nostra associazione, ma questo avviene nella maggior parte delle associazioni, le persone con Hiv, o comunque le persone siero-coinvolte, si trovano ad approcciarsi alla pari con le persone che frequentano l’associazione. Questo ha degli effetti straordinari perché non è più un rapporto frontale, come può essere quello del medico e del paziente, ma invece è un rapporto da pari, senza nessun pregiudizio e senza nessun giudizio. Nella nostra associazione viene sospesa ogni forma di giudizio rispetto alle persone che accedono per i servizi. Questo è importantissimo e ha degli effetti veramente molto molto buoni rispetto alla scelta del percorso strategie di prevenzione e rispetto alle proprie scelte di vita”.