Terza dose di vaccino 5 mesi – e non 6 – dopo il ciclo di vaccinazione primario contro il covid. Il professor Franco Locatelli, coordinatore del Cts, afferma che per arginare i contagi una soluzione “potrebbe essere quella di ridurre l’intervallo tra il compimento del ciclo vaccinale primario e la dose booster da sei a cinque mesi”. Locatelli a SkyTg24 ecvidenzia che l’Italia “mantiene una delle situazioni più favorevoli in tutta Europa”. I numeri del bollettino odierno, con oltre 10mila contagi, “destano attenzione e vanno valutati con tutta la cautela del caso, ma non c’è preoccupazione estrema. È un momento in cui va posta la massima attenzione e ognuno di noi deve fare la propria parte”.
La campagna di vaccinazione procede. “Abbiamo somministrato la dose booster a 3,7 milioni di persone e negli ultimi giorni c’è stata una chiara accelerazione -dice- e dobbiamo insistere su questi due canali, somministrare la dose booster a chi ha maggiori rischi e completare il ciclo di vaccinazione primaria”. Nel dibattito, si parla di obbligo di vaccinale: “Si possono considerare forme di obbligo vaccinale per alcune categorie professionali, in particolare chi assiste o è a contatto con il pubblico, a esempio forze dell’ordine, dipendenti della pubblica amministrazione e insegnanti, pur essendo queste categorie connotate da un’alta percentuale di vaccinazione”. L’estensione dell’obbligo a tutta la popolazione è “un’opzione estrema”.
Si attende la decisione dell’Ema sul vaccino per i bambini di fascia 5-11 anni. Le somministrazioni “partiranno quando i vaccini saranno approvati da Ema e Aifa, i bambini vanno vaccinati per proteggerli da forma gravi o prolungate, rare ma presenti, per garantire la frequenza scolastica e tutelare i loro spazi sociali”, dice, ribadendo che “il profilo di sicurezza di vaccini a mRna è assolutamente rassicurante”. Bisogna evidenziare poi che un incremento rilevante di contagi “c’è stato nella fascia pediatrica 6-11 anni che è quella in cui non è iniziata la vaccinazione”.